Benevento-Napoli, Antonio Insigne: “Orgoglioso dei miei fratelli cresciuti guardando me” | OneFootball

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·24 ottobre 2020

Benevento-Napoli, Antonio Insigne: “Orgoglioso dei miei fratelli cresciuti guardando me”

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Lorenzo contro Roberto domani si sfideranno nel derby campano che già promette gol e spettacolo. Lorenzo e Roberto sono in ordine il secondo e il terzo figlio di casa Insigne, poi c’è l’ultimo Marco, e il primo si chiama Antonio, ed è anche quello a cui entrambi i due calciatori oggi devono dire grazie per la loro carriera così brillante. Perché Antonio ha fatto un po’ da apripista a quella che poi è la specialità di casa: il calcio. Ne parla a Il Mattino.

Benevento-Napoli, Antonio Insigne: “Orgoglioso dei miei fratelli cresciuti guardando me”

“Lo ammetto con un pizzico di emozione, ma credo proprio che sia così” – esordisce Antonio, trentadue anni, una carriera (comunque positiva) nelle serie minori, oggi esterno d’attacco nella Real Frattaminore. “Ho tre anni più di Lorenzo e sei più di Roberto ed entrambi hanno iniziato ad avvicinarsi al calcio guardando me. Lorenzo, poi, veniva sempre a vedere le mie partite. Io gioco nei dilettanti, mentre loro due hanno preso un’altra strada”. Nessuna invidia. “Per me è un onore avere due fratelli così, e che stanno facendo queste carriere così belle. Non succede in tutte le famiglie di avere due figli o due fratelli che arrivano a giocare in serie A. Sono fiero di loro e del loro percorso così brillante. Ma il più forte sono ovviamente io. E glielo dico sempre. Con loro ci scherzo sempre. Loro mi dicono giochi nei dilettanti, perché non appendi le scarpette? E io gli rispondo state zitti che il più forte sono io. O quanto meno sono stato il loro punto di partenza. Con Lorenzo è una battaglia continua. Non smetto mai di dirgli che sono più forte di lui e che quello che sa fare è solo perché lo ha imparato da me. Chi mi somiglia di più? Sicuramente Lorenzo: perché anche io sono un esterno d’attacco che parte da sinistra e poi si accentra. Come lui. Lorenzo usa il destro, mentre Roberto è l’unico mancino in famiglia. Se abbiamo mai giocato tutti insieme? Da piccolini, ovviamente sì. Sotto casa ci siamo sfidati per tantissimi anni. Poi abbiamo fatto un torneo in piazza a Succivo dove però capitava che ci trovassimo a giocare contemporaneamente solo in due alla volta. E poi d’estate tante partite al mare e sulla spiaggia, ma quelle magari non contano. Cosa vuol dire avere Lorenzo capitano della squadra del cuore? Alla lunga ammetto di averci fatto l’abitudine, ma l’emozione di vederlo con la maglia del Napoli non ha prezzo. E devo dire che anche quando gioca in Nazionale mi fa un bell’effetto. Come vivo il derby di domani? In maniera molto tranquilla. Non possono mancare gli sfottò, ma è anche la cosa divertente della situazione. Nella chat di famiglia ci chiediamo chi vincerà la sfida sulla fascia, visto che giocheranno dalla stessa parte. Non saremo allo stadio. Io, poi, ho il mio rito: vedo tutte le partite sul divano, preferibilmente con mia moglie. Devo stare da solo e con la giusta concentrazione. Domani credo sarà la partita di Lorenzo, penso. Ma solo perché il Napoli ha più da perdere e deve continuare a seguire questo ottimo inizio di campionato. Mentre contro queste squadre così blasonate il Benevento non deve puntare a fare punti. Lorenzo ha provato a bruciare le tappe per tornare il prima possibile anche perché ci teneva a giocare questa partita contro Roberto. In attacco il Benevento ha tante opzioni e ci sta che un allenatore possa variare tanto. Ma penso che con il bel secondo tempo a Roma, Roberto si sia conquistato una maglia da titolare per il derby”, conclude il fratello maggiore di casa Insigne.


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