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Redazione·2 settembre 2022
🦁 Belve dentro e fuori dal campo: ecco 5 giocatori che si sentono leoni

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Redazione·2 settembre 2022
“Lions don’t compare themselves with humans”. I leoni non si paragonano con gli uomini.
Questa è una delle tante frasi iconiche pronunciate da Zlatan Ibrahimovic, che sui social e nelle interviste ha spesso detto di sentirsi un leone.
Effettivamente tanti calciatori – un po’ per indole, un po’ per il bisogno di sentirsi leader, un po’ perché è difficile resistere al fascino dell’animale più maestoso – tendono a sentirsi leoni. Ne abbiamo scelti cinque.
“Sei tornato presto dall’infortunio, molto prima del previsto… C’è stato un momento in cui hai pensato che non ce l’avresti fatta?”. “No, perché i leoni recuperano in maniera diversa dagli esseri umani”.
Sul leone Zlatan non serve aggiungere altro.
Tempo fa aveva pubblicato foto e video in cui giocava con un cucciolo di leone, sua autobiografia s’intitola “Cuore di Leone” e il tatuaggio sulla sua schiena parla molto chiaro. L’estroso Memphis Depay, recentemente molto vicino a firmare con la Juventus, si sente un vero felino. Anzi, si sente il re indiscusso della savana.
Sulla sua mano sinistra è tatuato un leone, che è diventato anche il logo del profumo co-creato con Diesel nel 2020. “Il leone è simbolo di forza e fierezza”, spiega Neymar Jr, che ha deciso di chiamare la fragranza “Spirit Of The Brave Intense”.
Neymar Jr non è l’unico calciatore del PSG ad avere un tatuaggio leonino. Anche Sergio Ramos, altro calciatore che ama i tatuaggi, ne esibisce uno sulla schiena. Tra i più ingombranti però c’è sicuramente quello di Mauro Icardi, che ai tempi dell’Inter decise di dedicare alle figlie un disegno di dimensioni molto importanti.
Samuel Eto’o non esibisce tatuaggi tanto aggressivi, ma soprattutto nella sua esperienza nerazzurra è stato soprannominato “Il Re Leone” in quanto simbolo indiscusso della nazionale camerunese, la squadra dei Leoni Indomabili, e del calcio africano in generale. Un attaccante unico che, a sua sua volta, ha utilizzato l’appellativo di “Lion King” per dire addio al suo connazionale Manu Dibango, grande compositore e sassofonista scomparso nel 2020, che Samuel considerava come un padre.