Bellinazzo: «Superlega, quanto vale la A senza Inter, Juventus e Milan?» | OneFootball

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·19 aprile 2021

Bellinazzo: «Superlega, quanto vale la A senza Inter, Juventus e Milan?»

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Marco Bellinazzo è intervenuto questo pomeriggio ai microfoni di “Tutti Convocati” sulla notizia del giorno che ha sconvolto il mondo del calcio, la nascita della Superlega.

LA NASCITA DELLA SUPERLEGA – Bellinazzo spiega le dinamiche che hanno portato allo strappo: «Le grandi manovre sono iniziate a ottobre. Dopo l’inizio c’è stata a gennaio la prima grande risposta di Uefa e Fifa che scomunicavano i big pronti a fare questa scissione. In realtà si è trattato molto in questi mesi sul formato della nuova Champions che doveva essere finalizzato ad accontentare le richieste dei top club e così non è stato. Avevano un punto in comune nel far disputare sempre più partite tra società con un certo blasone. Uno dei motivi dello scontro è che la Uefa non ha concesso nulla sulla Governance, i grandi club volevano voce in capitolo su format, rapporti con sponsor e tv. Volevano un rapporto attivo e hanno cercato un’altra strada. JP Morgan ha messo sul piatto 6 miliardi e mezzo, 3 subito. Questi 12 club solo nel 2020 hanno perso 1,2 miliardi, hanno un indebitamento complessivo da 5 miliardi complessivo. Entrano nel nuovo mondo del calcio ma ci entrano da malati dal punto di vista finanziario».


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I CAMPIONATI – Bellinazzo ritiene che ai campionati convenga sostenere la Superlega: «Questi club giocano sul fatto che buttandoli fuori dal campionato si verrebbero a creare dei mini tornei con un valore molto più basso. Cosa può valere la Serie A senza Inter, Juventus e Milan? Queste leghe con un diverso approccio capirebbero che potendo contare sulle squadre che fanno parte della Superlega potrebbero sistemare gran parte dei loro conti. Io ho sposato una linea aperturista. Stiamo vivendo in un mondo in cui già è stato azzerato il merito, le cenerentole sono sempre più limitate, i fatturati scrivono gli albi d’oro. Il sistema che va modificato e le risorse che entreranno dovrebbero essere redistribuite».

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