Bellerin: «La letteratura ha cambiato la mia vita, so che è un cliché, ma è così; ho iniziato durante il Covid-19» | OneFootball

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Calcionews24

·21 luglio 2025

Bellerin: «La letteratura ha cambiato la mia vita, so che è un cliché, ma è così; ho iniziato durante il Covid-19»

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Hector Bellerin, terzino del Real Betis, racconta al Guardian il suo amore per la letteratura, come lo ha cambiato e quando è iniziata

Le vacanze estive di Héctor Bellerín si allontanano dai soliti cliché dei calciatori: niente foto da discoteche di Ibiza o feste discutibili, ma tanti libri. Il profilo Instagram del terzino spagnolo è dominato da immagini di volumi letti, un mix tra classici e romanzi contemporanei, con un’attenzione particolare agli autori di Spagna e America Latina. Tra i titoli spiccano le opere di Alana Portero, acclamata scrittrice madrilena degli anni ’80, il romanzo surreale messicano Pedro Páramo di Juan Rulfo — che ispirò Gabriel García Márquez — e le Romancero Gitano di Federico García Lorca. Ex Arsenal e ora al Real Betis, Bellerín racconta come la letteratura abbia trasformato la sua vita, un amore nato durante i lockdown da Covid-19 e cresciuto tra scrittori spagnoli contemporanei e classici internazionali. Di seguito, le sue parole al Guardian.

LA TRASFORMAZIONE – «La letteratura è diventata qualcosa che ha – lo so che è un cliché – ma per me ha cambiato completamente la vita».


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IL LOCKDOWN – «Durante il lockdown ero a casa a St Albans, mi sentivo miserabile. Non sapevo quando sarebbe tornato il calcio, bevevo troppo… È stato un momento difficile. La letteratura, non dico che mi abbia fatto sopravvivere, ma ha reso la mia vita molto più facile».

DA NECESSITÀ A PIACERE – «Da giovane leggevo soprattutto saggi e libri di non-fiction, perché pensavo che la lettura dovesse avere uno scopo. Poi ho capito che doveva essere il contrario».

SCELTE CONSAPEVOLI – «Dopo Hermann Hesse e Bukowski, mi sono accorto che leggevo solo uomini, così ho deciso di leggere più autrici donne».

IL GRUPPO DI SCRITTURA – «Frequento un gruppo di scrittura a Siviglia, fatto di studenti, medici e ingegneri. Ci consigliamo libri e film, e questo ha cambiato i miei gusti. Ora scopro nuovi nomi, nuovi modi di scrivere».

I LIBRI DEL RITIRO – «Ho portato con me in Portogallo saggi di Leslie Jamison, Art of Memoir di Mary Karr, Cara de Pan di Sara Mesa, What We Think About When We Think About Football di Simon Critchley e Little Eyes di Samanta Schweblin».

UN OSTACOLO – «C’è solo un libro che non sono riuscito a finire: Cime tempestose di Emily Brontë in inglese. Ho dovuto passare alla traduzione spagnola, Cumbres Borrascosas, perché non ce la facevo».

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