Bari, l’ex Anderson: “Ho guardato le partite quando ho saputo del rischio retrocessione. Tornerei, ma non dipende da me” | OneFootball

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·28 giugno 2024

Bari, l’ex Anderson: “Ho guardato le partite quando ho saputo del rischio retrocessione. Tornerei, ma non dipende da me”

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L’ex terzino del Bari, Djavan Anderson, ha parlato ai microfoni di pianetabari.com del suo rapporto con il club e con la città:

Ho tantissimi ricordi, non saprei da dove iniziare. Dal primo fino all’ultimo giorno mi son sentito a casa, la gente mi ha sempre trattato bene e la città è caldissima come non mi sarei mai potuto immaginare. Ho giocato con ragazzi eccezionali…


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Si, il fallimento è l’unico ricordo negativo che ho. Siamo tornati dopo le vacanze, c’erano un paio di ragazzi nuovi che avevano firmato la settimana prima. Ho provato dispiacere più per loro che per me. Ero molto triste per il direttore sportivo Sogliano, per me lui è una persona per bene, una persona giusta, che vuol sempre il meglio per noi. Eravamo in ritiro, sapevamo che c’era qualcosa che non andava in società, ma avevamo la speranza che tutto si potesse risolvere. Quando Sogliano ci ha comunicato il fallimento quasi non ci credevo. Per fortuna c’erano un paio di squadre che già mi volevano da gennaio. Il presidente, ricordo, nonostante avessi tante squadre che mi volessero, diceva che non potevo andare via. La Sampdoria avrebbe potuto pagare 4 milioni per me, quei soldi avrebbero salvato il Bari“.

Quella stagione ha cambiato la mia vita, prima di venire Bari ero senza squadra e il Bari mi ha dato la possibilità di rialzarmi. Ho colto questa opportunità poichè sapevo che sarebbe stata la mia ultima chance. A Bari mi sento a casa, conosco la gente e la città. Io non volevo andare via da Bari, senza fallimento sarei rimasto anche qualora ci fosse stata una chiamata dalla Serie A. Ogni giorno ero contento di essere a Bari, quando avevo tre giorni liberi non tornavo ad Amsterdam, ma rimanevo in città“.

Ho sempre sperato di tornare. C’è stata l’opportunità quando il Bari era in C, ma pochi giorni dopo hanno mandato via il direttore sportivo e non si è fatto più nulla. Tutti i giorni ci son tifosi del Bari che mi chiedono di tornare, però purtroppo non dipende da me“.

Sono tornato in vacanza con mia moglie in vacanza. Spero di tornarci presto insieme ai miei due figli di uno e tre anni, attualmente non voglio muovermi senza sapere quale sarà il mio futuro“.

ANEDDOTO DIVERTENTE – “Tante cose, ricordo che nei primi mesi non parlavo italiano e non capivo nulla. Floro Flores parlava un’altra lingua e non capivo nulla quando parlava. È stata anche tosta perché non potevo parlare con nessuno, soprattutto all’esterno del campo. Piano piano mi ha aiutato Luca Marrone e dopo sei mesi ho parlato per la prima volta in conferenza stampa. Avevo molta paura quel giorno. L’allenatore è stato uno dei migliori che abbia mai avuto, un signore dentro e fuori dal campo. Il gruppo era eccezionale, tutti con i piedi per terra e senza paura di sbagliare.

Ho iniziato a veder le partite da quando un mio caro amico mi ha detto che il Bari era a rischio retrocessione. La Serie B è difficile, puoi giocare un buona prima parte di stagione ma crollare qualche mese dopo. Può succedere di tutto

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