Calcio e Finanza
·24 agosto 2025
Barcellona, verso il nuovo Camp Nou: il progetto, i costi e il peso sui conti del club

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·24 agosto 2025
Siamo nel gennaio 2014. A guidare il Barcellona da ormai quattro anni c’è Sandro Rosell. In una riunione apparentemente di routine del consiglio di amministrazione del Barcellona, il portavoce Toni Freixa lascia intendere ciò che fino a quel momento sembrava impensabile: «Il Barça potrebbe lasciare il Camp Nou per trasferirsi in un nuovo stadio». Una frase che segna l’inizio di un decennio di annunci, rinvii, scandali, crisi economiche, pandemie e colpi di scena finanziari.
In quel periodo il board blaugrana sta esaminando varie ipotesi sul tavolo ma qualcosa dovrà cambiare. Il club vuole giocare in un impianto al passo con i tempi e in grado di far crescere i ricavi. Ricavi da stadio che, per capirci, erano più di 10 anni fa già ampiamente superiori a 150 milioni di euro, per fare un esempio più del doppio di quanto incassato l’anno scorso dall’Inter.
Le ipotesi sono due: o costruire un nuovo impianto o ristrutturare radicalmente quello esistente. Oggi sappiamo come sono andate le cose, ma in questo nuovo video cercheremo di capire perché ristrutturare lo stadio blaugrana si sia rivelato così complicato. Dal caso Neymar al mercato bloccato dalla FIFA (con l’avvicendamento tra Rosell e Bartomeu), ripercorriamo i passi che nell’aprile del 2014 portarono il 72% dei soci votanti, circa 27 mila membri, ad approvare la proposta di riqualificazione dello storico impianto del Barca.
«Questo è un grande passo avanti per il Barcellona, tra sette anni avremo un nuovo Camp Nou di cui tutti i soci e gli appassionati saranno orgogliosi» disse proprio Bartomeu. Diciamo che qualcosa però è andato storto, perché oggi, quattro anni dopo il termine previsto, lo stadio ancora non è ultimato.
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