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Mario De Zanet·30 novembre 2022
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Mario De Zanet·30 novembre 2022
Era la loro partita, doveva essere la loro partita, poteva essere la loro ultima partita al Mondiale. Dell’uno o dell’altro.
Lionel Messi e Robert Lewandowski si sono incrociati in una sfida dai forti connotati emozionali: Messi ha sulle spalle un intero paese, Lewandowski vive il desiderio, forse la pressione di fare qualcosa di grande per la Polonia.
Stasera si sono visti poco, lontano come solo due attaccanti avversari possono essere, eppure, nel finale, si sono ritrovati a rincorrersi, quando Lewandowski ricercava le ultime energie per difendere insieme ai compagni.
Lì Messi sembra disturbato dal pressing del rivale, che ancora teme il sorpasso del Messico: Lewandowski lo tampina, e arriva a fermarlo con un fallo rigorosamente entro i limiti del non cartellino, come prescrive il finale da Nobel in matematica proposto dal Gruppo C. Lewandowski lo cerca, quasi a scusarsi, la classica pacca di chiarimento, ma Messi non incrocia lo sguardo: non c’è contatto visivo.
Poi però segna l’Arabia Saudita, e il conto dei cartellini passa alla storia come un’ipotesi non realizzata. C’è quindi tempo per il sollievo, di entrambi, un sollievo diverso. Entrambi si ritrovano agli ottavi di finale, e ci si ritrovano insieme, sul prato dello Stadium 974.
Allora parlano, si confrontano, e inevitabilmente i fotografi scattano: ci sono due leggende del calcio, due fenomeni del calcio moderno, che stuzzicano l’immagine del popolo blaugrana.
Messi è Messi, Lewandowski è al Camp Nou da quest’anno e intende fare grandi cose in blaugrana: ora però la testa è alla Polonia, perché il presente è l’incontro con un altro fenomeno, Kylian Mbappé.