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·8 novembre 2024

ATP Finals, ecco perché il PalaOlimpico si chiama Inalpi Arena

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Per il quarto anno consecutivo le i migliori tennisti del mondo che si sfideranno nelle ATP Finals lo faranno sul cemento del PalaOlimpico di Torino.

La struttura ideata dall’archistar giapponese Arata Isozaki, aveva fatto capolino tra le candidate a ospitare la tappa finale – nonché più prestigiosa – della stagione tennistica nel 2018, venendo ammessa nella lista delle location candidate.


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Quasi a sorpresa, dopo solo un anno è stata poi scelta come venue ufficiale, scalzando dopo oltre un decennio il dominio londinese della North Greenwich Arena e ospitando di fatto dal 2021 le Finals.

In attesa di sapere se la permanenza del torneo a Torino si protrarrà oltre la scadenza prevista nel 2025, la struttura è pronta a sbancare i record precedenti con l’ultimo appuntamento stagionale.

Se nel primo anno le limitazioni pandemiche hanno comportato una manifestazione a porte chiuse, nell’edizione 2022 il pubblico – lungo tutta la manifestazione – ha superato quota 156mila, raggiungendo le 174mila presenze per l’edizione 2023, con l’emozionate finale Djokovic – Sinner.

Perché Inalpi Arena: l’origine del PalaIsozaki

La struttura, che è prossima a spegnere le venti candeline, è stata un fiore all’occhiello delle Olimpiadi invernali del 2006, inaugurata ufficialmente a fine 2005, è stata sede delle sfide di hockey su ghiaccio per i Giochi e non solo.

Calato il sipario sulle Olimpiadi, era chiaro a Regione Piemonte, Comune di Torino e al Coni che, sia per il design avveniristico, sia per il costo di 87 milioni di euro, senza dimenticare la firma di Isozaki, la struttura non poteva in alcun modo finire nel dimenticatoio.

Archiviata in fretta l’idea di un utilizzo stabile per l’hockey – improponibile in Italia in soccorso è arrivata la musica con l’agenzia Live Nation che, aggiudicatosi l’appalto, è riuscita a far suonare al PalaOlimpico sia artisti italiani come Subsonica e Marlene Kuntz, sia internazionali come Bruce Springsteen, Metallica, Madonna, Depeche Mode e tanti altri.

Ma per far vivere l’impianto tutto l’anno, oltre alla musica, serviva un’altra macchina di eventi: ed ecco arrivare lo sport.

Dapprima eventi sporadici, come il wrestling, poi la fase finale dei Campionati del Mondo di pallavolo maschile, la Coppa del Mondo di scherma, le Final Eight di Coppa Italia di basket e, per l’appunto, le ATP Finals.

Perché Inalpi Arena: l’impianto indoor più grande d’Italia

Inoltre, grazie anche all’aumento della capienza del parterre, che in occasione del decennale (2015), ha portato oltre 15mila i posti disponibili, il Palasport di Torino è diventato l’arena indoor più grande d’Italia.

Un primato che ha attratto nuovi investitori e ha aperto la “lotta” per diventare naming sponsor dell’impianto.

Nei quasi vent’anni di storia l’impianto torinese ha così cambiato diversi nomi. Dal suo nome ufficiale, Palasport Olimpico, abbreviato in PalaOlimpico, a quello del suo ideatore – mantenuto ufficiosamente vista la scomparsa dell’archistar nel 2022 – PalaIsozaki, fino alle vere e proprie sponsorship.

Il primo a dare il nome all’impianto è stato Alpitour, storico tour operator che nel 2014 si è aggiudicato la sponsorizzazione, mantenendola intatta fino a inizio 2024.

Dal Pala Alpitour si è poi passati a un’altra storica realtà piemontese, l’azienda casearia Inalpi, che ha concluso un accordo quinquennale con la società Parcolimpico S.r.l. garantendo, fino al 2028 che l’impianto venga chiamato Inalpi Arena.

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