Armando Picchi e Max Allegri: se giochi al “gabbione” non sei un pisano | OneFootball

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·19 maggio 2019

Armando Picchi e Max Allegri: se giochi al “gabbione” non sei un pisano

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di DDD –

Il gabbione evocato da Massimiliano Allegri in conferenza stampa sotto gli occhi della sua squadra e al fianco del presidente Agnelli (ma Nedved era assente…), è il tempio dello sport balneare livornese inventato ai  Bagni Fiume oltre cinquanta anni fa dall’icona calcistica cittadina Armando Picchi, indimenticato stopper della Nazionale e della grande Inter, morto prematuramente nel 1971.


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Nel 2015, il Comune di Livorno ha anche deciso di realizzare un docufilm in materia, utilizzando come protagonisti i vecchi compagni di avventura di Armando Picchi, tutti in età non solo non più verde ma diciamo verso il grigio galoppante.

Il Gabbione “gabbia di matti” è parte integrante della livornesità, come le Teste di Modiglioni, come i “cacciucchi” pronunciati con quattro “c” altrimenti si viene scambiati per pisani con tutto quello che ne può conseguire a Livorno. Il Gabbione è appunto di una grande gabbia avente per base un rettangolo di gioco di circa 10 mq per 20 completamente recintato da una rete alta circa 5 metri e un tetto sempre in rete che impedisce la fuoriuscita della palla. Nella gabbia, dove si può giocare in quattro o cinque per squadra, due porte incavate nella rete del lato corto, alte circa due metri e larghe poco più di un metro.

Adesso del gabbione, dopo le parole di Allegri, parlano davvero tutti. Del resto ovunque andrà Max, le costanti della sua vita resteranno: la partita al gabbione, il salto al bar dagli amici nel quartiere di Coteto, le cene d’estate sugli stabilimenti balneari. Allegri fa giri immensi ma poi torna a Livorno, perchè Livorno per lui resta sacra. Sacra come due anni fa, quando, senza dirlo troppo in giro, spese grosse cifre per aiutare famiglie e squadre calcistiche colpite dall’alluvione che sconvolse la città.

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