Antognoni: «70 anni e non sentirli: ecco come è cambiato il calcio» | OneFootball

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·28 marzo 2024

Antognoni: «70 anni e non sentirli: ecco come è cambiato il calcio»

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Giancarlo Antognoni, leggenda della Fiorentina, farà 70 anni il prossimo primo aprile: le sue parole a Tuttosport

Il prossimo lunedì Giancarlo Antognoni farà 70 anni: per l’occasione l’ex bandiera della Fiorentina ha parlato a Tuttosport. Di seguito le sue parole.

QUASI 70 ANNI, COME SI SENTE – «Bene, anche perché me ne sento almeno dieci di meno (sorride, ndr). Li festeggierò lunedì insieme alla famiglia, mentre il giorno dopo i vecchi ultrà e anche qualcuno più giovane hanno organizzato una cena al circolo della Rondinella, saremo almeno 120. Poi a metà settimana sarò in Palazzo Vecchio invitato dal sindaco, una cerimonia comunque ben più intima rispetto ai grandi festeggiamenti che mi fecero per i 60 anni».


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CARRIERA CON MENO VITTORIE DI QUANTE MERITAVA – «So di aver fatto nella mia vita e nella mia carriera la scelta più giusta. Per i fiorentini è come se non avessi mai smesso di giocare. Fossi andato a Torino, a Milano, a Roma non credo sarebbe stato lo stesso».

COME VEDE IL CALCIO DI OGGI – «Migliorato tecnicamente anche se il gioco sempre più veloce non sempre fa rima con qualità. Comunque prendiamo i difensori: ai miei tempi non avevano piedi gentili, ora sanno giocare e impostare».

COSA É CAMBIATO RISPETTO A QUANDO GIOCAVA LUI – «Ora conta di più il collettivo del singolo. Forse perché di giocatori che da soli facevano vincere le partite, penso a Maradona, Zico, Platini e più recentemente a Messi e Ronaldo, ce ne sono sempre meno. L’unico che ora mi viene in mente è Mbappé».

SIMBOLO DEL CALCIO ITALIANO – «Nicolò Barella. Quando ero in Federazione lui già in Under 15 aveva fatto vedere di poter diventare un grande calciatore. Ha carattere, segna, fa reparto in una squadra forte, dà sempre tutto in campo».

NAZIONALE – «Sono sicuro che ai prossimi Europei farà bella figura. Conosco Spalletti, è un allenatore esperto cui piace far giocare bene le sue squadre. E sa assemblare come pochi tecnica e tenacia».

L’INTER HA GIA’ VINTO LO SCUDETTO – «Certo, e con pieno merito. Vero che è uscita dalla Champions contro un super Atletico Madrid, ma la squadra nerazzurra può consolarsi con la doppia stella. E non è poco».

LOTTA CHAMPIONS – «Dal Torino in su tutte le squadre sono coinvolte. Per la Champions il Bologna meriterebbe di accedervi, ha un ottimo allenatore, ha trovato continuità e ha giocatori che da semi sconosciuti stanno mettendo in mostra un bel calcio. La Juventus pur andando a fasi alterne alla fine centrerà l’obiettivo: Allegri è nel mirino, ha cambiato molto ma pure lanciato tanti giovani interessanti e altri il club bianconero ne ha in giro, vedi Soulé, pronti per il gran salto. Poi c’è un dirigente come Giuntoli che sa il fatto suo».

MILAN E PIOLI – «Non capisco tutte queste critiche a Pioli, mica è passato un secolo da quando ha conquistato lo scudetto… Il pubblico rossonero è esigente ma non può pretendere di vincere sempre. Questo Milan è forte, andrà in Champions e può arrivare in fondo all’Europa League che è un trofeo di prestigio».

ADDIO DI BARONE E ASTORI – «Impossibile dimenticare quella tragedia, ero a Udine quando successe, fu devastante. La scomparsa di Barone l’ho vissuta da fuori. Ma come fu per Davide anche stavolta alla squadra e alla società è venuto a mancare un punto di riferimento. Cosa fare? Se ripenso a 6 anni fa dico che un grande dolore ti porta a compattarti ancor di più, è il solo modo per cercare di ripartire come seppe fare pur nella sofferenza la Fiorentina di Pioli. Sono sicuro che Italiano e i tifosi ci riusciranno».

ADDIO ALLA FIORENTINA NEL 2021 – «Provai grande amarezza, ci rimasi male, poi però si va avanti».

RITORNO IN VIOLA – «Tutto può succedere, le mie porte sono sempre aperte. Ho sempre vissuto la Fiorentina come un privilegio».

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