Calcio e Finanza
·21 settembre 2024
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L’allenatore del Real Madrid, Carlo Ancelotti, ha lanciato un chiaro avvertimento a FIFA e UEFA riguardo alle crescenti preoccupazioni dei calciatori per il fitto calendario delle competizioni. In un momento in cui il numero di partite continua ad aumentare, i giocatori si trovano a dover affrontare una serie di sfide che vanno oltre il semplice impegno sportivo.
La guida dei Blancos ha sottolineato che i calciatori sono pronti a fare sacrifici economici pur di ridurre il numero di partite da disputare. «I calciatori non avrebbero problemi nell’abbassarsi gli stipendi se questo significasse giocare meno» ha dichiarato, evidenziando la volontà dei professionisti di trovare un equilibrio tra carriera e vita personale.
Negli ultimi anni, il dibattito sul calendario calcistico si è intensificato, con sempre più voci che si lamentano della mancanza di tempo per il riposo e per stare con le famiglie. «Il numero di partite è aumentato esponenzialmente», ha spiegato Ancelotti. «Questo porta a più ore di viaggio, maggiore possibilità di infortuni e meno tempo per recuperare».
Nonostante le lamentele di alcuni dei più importanti calciatori al mondo, le autorità calcistiche non hanno ancora preso provvedimenti significativi per alleviare la pressione sui giocatori. Ancelotti ha anche commentato un’ipotesi che ha preso piede in questi giorni: uno sciopero dei calciatori. «Scioperare adesso non cambierebbe il calendario, ma è fondamentale riflettere sul fatto che l’obiettivo deve essere quello di giocare meno partite», ha affermato l’ex Milan.
Il tecnico italiano ha esortato le istituzioni a riconoscere la pesantezza crescente nei calciatori: «Lasciamo che UEFA e FIFA si rendano conto che i giocatori si stanno stancando. Va fatta una riflessione, il numero di partite va abbassato».
Infine, Ancelotti ha parlato delle future competizioni, come il Mondiale per Club e l’Intercontinentale. La squadra continuerà a seguire le indicazioni delle autorità calcistiche. «Noi giocheremo le competizioni che ci diranno di giocare. Fino a dicembre avremo tempo per pensarci, adesso siamo concentrati sul campionato e sulla Champions League».
Una questione cruciale per il futuro del calcio. L’allenatore delle Merengues non è il primo a dire la sua su un delicato aspetto, che oscilla tra il campo e la condizione psico-fisica dei giocatori odierni.