PianetaChampions
·7 settembre 2024
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Come riportato da Marca, Carlo Ancelotti ha tenuto una conferenza all’evento ‘Mexico Siglo XXI’ della Fondazione Telmex. L’allenatore del Real Madrid ha ripercorso la sua carriera e spiegato le chiavi del suo successo: “Un giorno al Milan Sacchi mi disse ‘Il giorno in cui smetterai di giocare vorrei che fossi il mio assistente’. Era un genio del calcio. Ha cambiato il mondo del calcio, è stato un grande insegnante, mi ha dato tanto, come Eriksson”.
Sulle difficoltà da allenatore: “Le incontro tutti i giorni. È un lavoro di grande potere e responsabilità, è un rapporto tra persone. A volte chiedo ai giocatori ‘chi sei’ e loro mi dicono ‘sono un giocatore’ e io rispondo ‘no, sei una persona che gioca a calcio’. Non è facile perché il giocatore vuole sempre giocare e 11 di loro lo fanno ma 15 di loro vanno a vedere la partita. Ma un buon rapporto personale ti aiuta a lavorare meglio”.
Sullo stress prima della partita: “Tre o quattro ore prima dell’inizio della partita arriva sempre il sudore, il cuore batte forte, arrivano i pensiero negativi. È sempre lo stesso… Questa è la solitudine dell’allenatore, che non può condividerla con nessuno. È una cosa individuale”.
Quando smetterà di allenare? “Mi vedo come allenatore ancora a lungo. Continuerò finché non sarà spenta la passione che ho per il pallone”. Lo riporta alfredopedulla.com