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·23 settembre 2024
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Carlo Ancelotti è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match di Copa del Rey contro l’Alaves. Ecco quanto ripreso da TMW:
“Se riposerà Mbappe? Ci saranno delle rotazioni, ma lo vedrete domani. Bellingham può giocare e giocherà, anche se dovrà indossare delle protezioni per essere più sicuro. Stiamo iniziando ad avere una buona fluidità di gioco, ma in ogni gara bisogna soffrire, lottare e competere. Stiamo meglio e faremo meglio nelle prossime partite”.
Come sta Carvajal? “Non si è ripreso, ha bisogno di qualche giorno, ma domenica tornerà”.
Endrick sarà titolare? “La sua posizione è chiara. I pochi minuti che ha giocato, anche sulla fascia destra, li ha fatti bene. E questo perché lavora ed è motivato. Per me è un centravanti… ma qualche volta può giocare sulla fascia. Non è un esterno, ma sa giocare molto bene anche lì”.
Come gestisce una situazione come quella di Endrick? “Ho parlato con lui, come con tutti. Gli chiedo di avere pazienza e lui lo capisce perfettamente, perché vive e si allena ogni giorno con i migliori attaccanti del mondo. Ha capito il suo ruolo e davvero sta scalando tantissimi posti nelle gerarchie. La sua professionalità è molto alta, è una persona molto matura. Al momento va molto bene e ne siamo felicissimi. Ovviamente giocherà i suoi minuti e le sue partite, quando avremo bisogno di lui”.
Come sta Ceballos? E Camavinga? “Dani si sta riprendendo abbastanza bene. Oggi ha corso per la prima volta; ha buoni sentimenti. È sulla strada giusta. Camavinga tornerà in gruppo giovedì e sarà a disposizione per il derby”.
Quanti infortuni devono esserci perché qualcuno faccia qualcosa? “Voglio dirvi che sono molto dispiaciuto che giocatori importanti come Ter Stegen, uno dei migliori portieri del mondo, si siano infortunati. Spero si riprenda presto. Al momento non possiamo fare molto perché, come ho detto, il calendario di questa stagione non cambierà. Ma almeno lasciamo riflettere il mondo del calcio”.
In tanti dicono che giocate “male”. Come avvalora questa tesi che contrasta con i risultati? “Non te lo posso spiegare (ride, ndr), perché per me non è così. La cosa che più colpisce è che il Real Madrid, in questi anni, non ha avuto un’unica identità. Blocco basso, transizioni velocissime, possesso palla… Facciamo tutto e molto bene. Il fatto di non avere un’identità chiara fa pensare ad alcuni che non abbiamo ‘un gioco’. Ed è vero. Perché quelli che abbiamo sono tanti”.
Domani festeggerà le 300 partite con il Real Madrid. “Ho avuto la fortuna di allenare grandi club, come il Milan, per il quale nutro un affetto speciale, perché sono stato giocatore. Ma il Real Madrid è il miglior club del mondo, su questo non ci sono dubbi. Domani arrivare a 300 volte su questa panchina… Non dico che sia un miracolo, ma quasi!”.
Ha una data per il suo ritiro? “Non ho un appuntamento, come nessun altro. Mi piace fare questo lavoro e la mia fatica non è paragonabile a quella dei giocatori. Posso averlo in testa, ma davvero, non ce l’ho perché è vero che c’è pressione e responsabilità… Ma mi piace. E i giocatori hanno tante altre cose, come il logorio fisico, che è il vero problema. Al momento non ho una data di scadenza. Continuo. E mi piacerebbe restare qui per molti anni”.