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Saverio Grasselli·19 febbraio 2024
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Saverio Grasselli·19 febbraio 2024
Finisce l’avventura di Walter Mazzarri al Napoli, incapace di curare la squadra ereditata da Garcia e scivolata al nono posto dopo l’ultimo 1-1 col Genoa, in un’annata al momento fallimentare dopo lo Scudetto della stagione precedente con Spalletti.
Aurelio De Laurentiis ha deciso per il terzo allenatore della stagione, il secondo entrato a giochi iniziati: a prendere le redini della squadra sarà Francesco “Ciccio” Calzona, attuale ct della Slovacchia qualificata all’Europeo grazie a 7 vittorie in 10 partite partendo dalla quinta fascia.
Calzona non è nuovo a Napoli, essendo passato a Castel Volturno in due occasioni: è stato vice allenatore di Sarri ai tempi delle sue 3 stagioni e assistente tecnico di Spalletti alla sua prima annata in azzurro. Poi la panchina con la Slovacchia, la prima da capo allenatore a 54 anni, dopo una vita da “dietro le quinte” fino ad arrivare ad oggi.
Nel suo staff ci potrebbe (non è ancora sicuro) essere Hamsik, che conosce bene per averci lavorato insieme sia in azzurro che in Nazionale e sarà un punto di riferimento per la squadra. De Laurentiis gli riserva un delicatissimo debutto contro il Barcellona in Champions League.
La sua carriera da calciatore parte nelle serie minori della Toscana – scrive Eurosport: qualche presenza in B con l’Arezzo senza mai sfondare veramente.
Nel 1999/2000 suggerisce al Tegoleto, una delle squadre in cui ha giocato in Eccellenza, la figura di Sarri: “Affrontavo Sarri da avversario, un giorno la squadra in cui giocavo mi chiede di smettere e di prendere la guida tecnica. Ci provo, ma la voglia di giocare era ancora tanta. Faccio a loro il nome di Sarri, che diventa così il mio allenatore”.
Da allenatore, tanta gavetta: Castiglionese nel 2004, poi Torrita in Toscana. Nel frattempo fa anche il venditore ambulante di caffè: “Ho tenuto a lungo anche il lavoro di rappresentante di una ditta di caffè, ma il sogno è sempre stato quello di poter mantenere la mia famiglia con il calcio. Ci sono riuscito e sono un uomo felice”.
La svolta arriva nel 2007, quando Sarri lo vuole come vice dell’Avellino: Calzona lo seguirà anche a Perugia, Alessandria, Sorrento ed Empoli (“Si è creato un rapporto fortissimo e sono stato il suo vice nella sua enorme crescita professionale, dal punto più basso a quello più alto”). Poi gli anni d’oro al Napoli, e il secondo ritorno con Spalletti più avanti. In mezzo l’avventura sfortunata a Cagliari con Di Francesco.
Si arriva quindi al 2022, quando Calzona accetta l’offerta fatta da Hamsik di diventare ct della Slovacchia mentre è a fare rifornimento ad una stazione di Arezzo.
Dopo lo scetticismo iniziale di tifosi e stampa, ha conquistato tutti grazie ai risultati ottenuti con la Nazionale (fatta dai leader Skriniar, Kucka, Lobotka e da giovani come Suslov), al lavoro e allo studio anche del campionato locale: “Siamo partiti con 3000 spettatori e abbiamo finito con lo stadio sold out, sono soddisfazioni”, per dirla con parole sue.
“Non sono un integralista che si basa solo su costruzione dal basso, verticalizzazioni e intensità. Ci vuole un po’ di tutto questo. L’equilibrio è importante, ma giocare a calcio lo è ancora di più. Non mi riconosco nelle etichette di “giochista” o “risultatista”, ma di certo se devo comunicare un calcio difensivo allora non sono a mio agio”, il pensiero in un’intervista rilasciata a Tuttosport.
“Ritengo che si debba sempre fare la partita, a meno che l’avversario non si dimostri decisamente più forte e in quel caso bisogna riuscire a limitarlo. Io cerco di proporre un calcio di qualità, ma con grande applicazione. Se superi la prima linea di pressione avversaria poi devi verticalizzare per arrivare il prima possibile in zone di campo dove creare pericoli all’avversario”.
Non ci dovrebbero quindi essere problemi a puntare sul 4-3-3, modulo che è nelle sue corde.
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