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·18 gennaio 2023
Amelia e l'amore per la Roma mai corrisposto: "Ma stavo per andare alla Lazio"
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·18 gennaio 2023
Ogni bambino sogna di diventare un calciatore questa è la cosa più banale del mondo. Ma proprio perché banale è impensabile che quando questi diventando professionisti dichiarino di "non avere squadre del cuore" e di tifare solo la squadra per cui giocano.
Frasi di circostanza a cui speso si fa finta di credere e in fondo va bene così. Sono pochissimi quelli che non hanno voglia di nascondere il loro primo amore. Uno di questi è Marco Amelia. Campione del mondo nel 2006, uno scudetto con il Milan, un bronzo olimpico, un europeo under 21 e una passione mai rinnegata: la Roma: "Sono cresciuto nel settore giovanile. Purtroppo non c'è mai stata la concreta possibilità di tornare anche perché negli anni in cui potevo interessare, il club aveva delle difficoltà economiche. Non aver vestito quella maglia da grande mi fa soffrire. Baratterei uno dei trofei vinti in cambio di qualche stagione a Trigoria".
A dire il vero Marco avrebbe potuto rimettere piede nella capitale ma con la maglia della Lazio: "Quando presero Carrizo per sostituire Peruzzi c'è stato qualche abboccamento. Penso che sia stato proprio Angelo ad aver fatto il mio nome. In un primo momento ho vacillato perché a lui sono legatissimo. Parlandone con la famiglia però, mi sono reso conto che non era fattibile. E credo anche i dirigenti biancocelesti alla fine fossero di questo avviso".
Nella sua carriera ha avuto ac che fare con diversi presidenti vulcanici: Zamparini, Preziosi, Spinelli e a suo modo anche Silvio Berlusconi: "Sono riuscito ad avere un ottimo rapporto con tutti. Con Spinelli a Livorno ho discusso una sola volta per ragioni di campo e come spesso accade quando discuti ti leghi ancora di più. Berlusconi l'ho visto poco perché in quel momento il nostro riferimento era Galliani".
Parole dolci per Preziosi: "Un papà a cui devo tanto. Mi liberò per andare al Milan nonostante avessi ancora diversi anni di contratto. Per lui è gratificante quando i suoi calciatori vengono cercati dalle big come fu per Milito e Thiago Motta".
Problemi alla schiena e alle anche lo hanno costretto a dire addio al calcio e ad un intervento chirurgico a cui si è recentemente sottoposto: "Adesso va meglio. Grazie ad un lavoro di riabilitazione sto tornando al 100% della mia mobilità e mi auguro di tornare presto a correre. Come mi auguro di poter riprendere a breve in braccio i bambini".
Seppur giovanissimo ha già provato varie strade: dirigente, presidente, commentatore, imprenditore ma il lavoro da grande Marco l'ha già scelto: "Allenatore. Ho studiato a Coverciano e non è facile rimettersi in discussione affrontando anche temi che devi approfondire come medicina e psicologica. Adesso mi sono operato e ho preferito star fermo per recuperare al meglio ma non vedo l'ora di ricominciare". Ma poi quel sogno da bambino ecco che riaffiora: "Magari in questa nuova carriera ce la farò a tornare alla Roma. Certo poi toccherà meritarmela".