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Andrea Agostinelli·9 agosto 2020

Allenatori al debutto in una grande squadra: chi come Andrea Pirlo?

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La scelta della Juventus di affidare la panchina della prima squadra ad Andrea Pirlo ha tratto tutti di sorpresa.

L’ex centrocampista bianconero in dieci giorni è passato dall’essere il tecnico dell’Under 23 a diventare l’allenatore della squadra Campione d’Italia in carica senza alcuna esperienza precedente.


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Un debutto in grande stile che ha pochi esempi nel passato.

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L’episodio che più si avvicina è che quanto accaduto con il Milan nel gennaio 2014. All’epoca i rossoneri, per sostituire l’esonerato Massimiliano Allegri, decisero di affidarsi a Clarence Seedorf nonostante l’olandese in quel momento stesse ancora giocando e fosse sotto contratto con i brasiliani del Botafogo.

Seedorf non resistette all’offerta e dopo aver annunciato il suo ritiro, firmò con il Milan che però al termine della stagione lo licenziò.

A sostituirlo fu Filippo Inzaghi, all’epoca tecnico della Primavera, e anche lui alla sua prima esperienza assoluta su una panchina di Serie A.

Il Milan è probabilmente la squadra che nel corso degli ultimi dieci anni si è affidata maggiormente a tecnici al debutto assoluto fra i professionisti dato che nella stagione 2009/2010 i rossoneri affidarono la panchina a Leonardo, che sino a quel momento aveva ricoperto solamente il ruolo di dirigente.

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Anche Vincenzo Montella, nel 2011, si trovò sulla panchina della Roma arrivando dal settore giovanile solo che l’Aeroplanino passò dai Giovanissimi direttamente alla prima squadra mentre Simone Inzaghi debuttò in Serie A sulla panchina della Lazio nel 2016 dopo aver fatto tutta la trafila del settore giovanile biancoceleste allenando Allievi Regionali, Allievi Nazionali e Primavera.

Roberto Mancini, invece, ebbe un percorso più simile a Clarence Seedorf dato che quando divenne allenatore della Fiorentina nel 2001 sostituendo Fatih Terim era sotto contratto con il Leicester come giocatore.

L’attuale CT della Nazionale riuscì anche nell’impresa di vincere un trofeo al debutto assoluto in panchina conquistando la Coppa Italia.

Chi riuscì a fare meglio di lui fu Gianluca Vialli che nel 1997/1998 come allenatore-giocatore del Chelsea riuscì a vincere la Coppa delle Coppe e la Coppa di Lega.

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Guardando sempre all’estero, infine, Real Madrid e Manchester United offrono dei precedenti interessanti. Nel primo caso stiamo parlando dell’esperienza di Zinedine Zidane, chiamato nel 2016 dal presidente Florentino Perez a sostituire Rafa Benitez.

Zizou in quell’esatto momento non aveva mai allenato fra i professionisti, la sua unica esperienza coincideva infatti con i quasi due anni spesi alla guida della squadra B del Real Madrid.

Allo stesso tempo nei sette anni precedenti aveva ricoperto altre cariche all’interno della dirigenza delle Merengues oltre ad essere stato il vice di Carlo Ancelotti nella stagione 2013/2104, stagione chiusa con la vittoria della Champions League.

La scelta di Perez, ad ogni modo, si rivelò azzeccata dato che Zidane come allenatore del Real Madrid ha vinto 11 trofei in totale dal 2016 ad oggi.

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Ryan Giggs, invece, è un caso ancora più particolare. Nella stagione 2013/2014, la prima dei Red Devils dopo l’addio di Sir Alex Ferguson, il gallese venne nominato assistente dal nuovo tecnico David Moyes nonostante lui fosse ancora un giocatore.

Nell’aprile del 2014, dopo l’esonero dello stesso Moyes, Giggs divenne allenatore-giocatore dello United e fu protagonista di un episodio curioso.

In occasione della sfida casalinga con l’Hull City, l’ultima ad Old Trafford prima della fine della stagione, Giggs decise di scendere in campo per i venti minuti finali dato che si sarebbe ritirato di lì a qualche settimana.

In pratica, il Giggs allenatore decise di regalare una passerella al Giggs giocatore.