Pagine Romaniste
·9 novembre 2024
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Il Tempo (L. Pes) – Houston abbiamo un problema, anzi ne abbiamo un’infinità. L’allarme da Trigoria è arrivato forte e chiaro a Dan e Ryan Friedkin che nel primo pomeriggio di oggi (attorno alle 13) sbarcheranno nella Capitale dopo due mesi di assenza. L’ultima volta, infatti, fu per esonerare De Rossi e dimissionare, pochi giorni dopo, l’ex Ceo Souloukou. E proprio allenatore e dirigenza, oltre ai prossimi passi ufficiali sullo stadio, sono i temi all’ordine del giorno per la proprietà. In poco più di cinquanta giorni la Roma è letteralmente sprofondata tra campionato ed Europa, evidenziando limiti strutturali, caratteriali e una totale assenza di struttura societaria. Temi che il club dovrà necessariamente risolvere per iniziare (stavolta davvero) una ricostruzione per il futuro. Ma il primo a pagare il conto sarà con tutta probabilità Juric.
Il tecnico croato non è mai stato apprezzato da squadra e tifosi, ma soprattutto il feeling con i calciatori non è mai scattato, e anche l’aspetto comunicativo ha lasciato a desiderare. Per non parlare della gestione terrificante di Hummels. Ennesimo caso evitabile a Trigoria. I Friedkin avevano tergiversato dopo l’umiliante sconfitta in casa della Fiorentina, per evitare di “accontentare” i calciatori, ma anche nelle gare successive i giallorossi non hanno mai brillato, vincendo soltanto la gara contro il Torino e mostrando un evidente calo dal punto di vista del gioco e delle motivazioni. Ragioni per le quali il secondo esonero della stagione (terzo in meno di un anno solare) sembra inevitabile. Persino a prescindere dal risultato di Roma-Bologna di domani, l’ennesima ultima spiaggia di Juric che sta portando a fondo la nave assieme a un gruppo di calciatori ormai invisi ai tifosi anche nei loro elementi più rappresentativi degli ultimi anni. Sembra ormai rassegnato anche l’ex Torino al suo destino, come dimostra la poca adattabilità dimostrata in queste settimane.
Tanti i nomi che si sono fatti, ovviamente, per la successione. Dalla soluzione romantica e pragmatica di Ranieri (ad oggi mai contattato) fino alle soluzioni esotiche di Lampard e Potter. Ma la carta nascosta nella manica dei Friedkin sembra essere Roberto Mancini. L’ex ct azzurro si è da poco separato con la nazionale araba e sarebbe motivato nell’accettare la sfida giallorossa. Contatti ce ne sono stati tra la Roma e l’allenatore marchigiano, anche se l’ostacolo principale è rappresentato da ragioni fiscali legate alla sua residenza in Arabia. Questioni che sarebbero comunque superabili se la volontà dei texani fosse davvero quella di portare Mancini sulla panchina giallorossa. Una mossa che permetterebbe al tecnico di iniziare a lavorare già da questa stagione (ormai compromessa almeno per i posti Champions) e creare le basi per un progetto pluriennale. Ipotesi questa possibile ma non l’unica valutata. Oltre all’allenatore, come detto, c’è da sciogliere anche la nomina del nuovo Ceo. Il mistero si è infittito in questi ultimi giorni riguardo ai profili più vicini, con la Candidatura di Antonello in discesa e il nome di Carnevali sullo sfondo. Ma la sensazione è che i Friedkin abbiano lavorato, come spesso capita, sotto traccia anche e soprattutto per una decisione così importante per le sorti della società. Ora tocca a loro.