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·11 luglio 2019
Alla scoperta del calcio a Creta

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·11 luglio 2019
La costa settentrionale dell’isola di Creta non possiede solo incantevoli spiagge, ma è pure una destinazione piuttosto pittoresca per gli amanti del calcio. Peccato che l’intero circondario sia poco reclamizzato, e che dunque ci si dimentichi che tra il comune di Platanias e quello di Chania vi siano soli 11,5 chilometri di distanza. Un’inerzia per i turisti che decidono di immergersi in questa zona, tra le due darsene separate del porto veneziano della Χανιά, tra la chiesa di San Nicola e le mura della città vecchia. Platanias ha circa 18mila abitanti, nemmeno un quinto dei 100mila residenti in Canea, eppure il fascino non si misura in urbanizzazione. Così al numero 40 di Tsouderon, a Chania, si trova il Greek National Football Museum, con la sua periferica istituzione cretese (anziché ateniese, tanto per dire) che complica solo di poco la sua vita rendendolo luogo non trafficato. E certo, ci sono le sciarpe, ma le maglie sono il pezzo forte dell’intera collezione: Salpingidis, Charisteas, Karagounis, Basinas, Zagorakis, del quale si può pure indossare l’indumento utilizzato nella finale di Euro 2004 al Da Luz. E ancora Samaras, Zidane e Messi, una camiseta autografata da Pelé, per finire a Vyntra, Pogba, Dellas, Fortounis e Papadopoulos. I cimeli d’epoca sono interessantissimi: la maglia di Carlo Ancelotti a Mexico ’86, poi una carrellata olandese (Gullit, Cruijff, van Basten), passando per Diego Armando Maradona. E, piccolo particolare insignificante, qui c’è la coppa originale di Euro 2004 e il proprietario del museo – descritto all’unisono come un signore molto molto gentile – permette a tutti i visitatori che adottino le precauzioni necessarie di fare una foto alzando al cielo cretese il prezioso cimelio o indossando la maglia numero 7, di Zagorakis.
A quattrocento metri dal centro di Chania c’è Apokoronas, comune di poco meno di 15mila abitanti prevalentemente abitato da stranieri. Qui, recentemente, è nata la passione per il walking football, una forma di calcio in cui sia espressamente vietato correre dietro al pallone. Piuttosto, seguendo alcuni studi condotti in Inghilterra sui benefici apportati dalla camminata, ecco l’idea di svilupparla in senso calcistico: si gioca otto contro otto, età media 50 anni, in un campo circondato da cartelli con su scritto ‘No running’. «Ho visto che il Walking Football s’è sviluppato da noi, intorno a Londra – aveva commentato l’ideatore, l’inglese Phil Elroy – il nostro obiettivo è di riunire tutti i residenti di Apokoronas, inglesi, ma anche scandinavi e di qualunque luogo, affinché vengano a divertirsi con noi facendo esercizio fisico». Phil pensava di non riuscire a superare sei o sette persone, e invece alla prima partita si sono presentati in 12 e sembrò l’inizio trionfale di una lunga serie di partite: «Grandioso, è proprio vero che il calcio non morirà mai», affermava soddisfatto alla stampa.