Calcionews24
·3 luglio 2025
Albertini: «Ricci al Milan? Che non sia un punto di partenza, ma di arrivo per lui»

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·3 luglio 2025
Presente a Firenze per il Premio Fair Play Menarini, Demetrio Albertini ha parlato di etica sportiva, della Nazionale, del calcio moderno e del futuro del Milan. Tra riflessioni pacate e qualche frecciata, l’ex centrocampista rossonero ha toccato molti temi di stretta attualità. Di seguito le sue parole.
RICCI AL MILAN? – «Mi piace. Spero per lui che non lo prenda come punto di arrivo ma di partenza. È un’opportunità. A volte, arrivando in una grande squadra, pensi di essere bravo, ma devi prenderla come occasione per giocare per qualcosa di ancora più importante. Spero che si giochi tutte le carte che ha».
IL VALORE DEL FAIR PLAY – «Il fair play a volte è una cosa soggettiva purtroppo, perché non è una regola scritta. Fa parte dei valori dello sport, non solo del calcio. Sono onorato di ricevere questo premio: sono vent’anni che ho smesso, e forse qualcosa da dirigente l’ho fatto».
IL NUOVO CORSO AZZURRO – «Le valutazioni da fare sono tante… Oggettivamente sono stupito della gestione, dell’esonero da una partita all’altra. Ma essendo fuori, non so se è stata una cosa preventivata o spontanea. Da tifoso credevo e pensavo a un sostituto il giorno dopo, ma forse tirandosi indietro uno o due allenatori si è cercata l’alternativa migliore e Rino può esserlo».
LE TROPPE PARTITE E LA FIFA – «Io penso si debba trovare equilibrio. Il problema è che non ci si parla, non ci si mette d’accordo, non c’è una regia comune. L’ho detto che si gioca troppo, ma anche che quello è un Mondiale che avrei voluto giocare da calciatore. È affascinante affrontare squadre non europee. Il problema è che sono aumentate le partite della Nazionale, della Champions, i campionati sono a 20 squadre… Il problema è il tempo. Le europee hanno più problemi delle sudamericane, per esempio».
IL POST-DIMISSIONI – «Siamo qui per ritirare un premio legato al fair play, è giusto mantenerlo…».
LA NUOVA FIORENTINA DI PIOLI – «Che bello rivedere Stefano su una panchina italiana… Al Milan ha fatto molto bene, poi il ciclo si era chiuso. Il nuovo corso viola con i giovani italiani? Mi piace molto che si possa valorizzare gli italiani e il lavoro dei settori giovanili italiani, che non riguarda solo i calciatori italiani».