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Davide Zanelli·11 dicembre 2019
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Davide Zanelli·11 dicembre 2019
L’idillio dei primi mesi sembra ormai un lontano ricordo. Il rapporto tra Carlo Ancelotti e il Napoli si è chiuso in maniera brusca, dopo una vittoria rotonda in Champions League che ha significato la terza qualificazione agli ottavi nella storia del club.
Ma il risultato della partita incide fino a un certo punto, perché i problemi erano noti ed evidenti ormai da diverse settimane.
Ed erano problemi venutisi a creare con uno spogliatoio improvvisamente travolto dai sensi di colpa. Alcuni leader hanno voltato le spalle al tecnico, che ha finito quindi per incassare un esonero simile a quello di Monaco.
Anche nella sua esperienza al Bayern il tecnico era stato osteggiato da certi giocatori (Ribery e Müller quelli di cui si parlò di più), che si erano apertamente schierati contro di lui. A Napoli è stato leggermente diverso, ma nella sostanza cambia ben poco.
Sui social, i tifosi sembrano aver preso una netta posizione contro alcuni calciatori in particolare (Insigne su tutti, a giudicare da diversi commenti), reputati responsabili della caduta di “Re Carlo”.
La situazione è paradossale, perché Ancelotti è sempre stato considerato un grande gestore, capace di instaurare rapporti sinceri e schietti anche con i top players più anarchici e indomabili.
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