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·7 luglio 2025
Al-Ahli, Saint-Maximin, accuse shock al Fenerbahçe: “Hanno tentato di doparmi”

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·7 luglio 2025
Parole pesantissime, destinate a far discutere a lungo. Allan Saint-Maximin, attaccante francese di proprietà dell’Al-Ahli, ha rotto il silenzio e raccontato pubblicamente i retroscena della sua esperienza al Fenerbahçe, club turco guidato da José Mourinho.
Un’esperienza breve e, a quanto pare, drammatica, segnata da accuse gravissime: “Hanno tentato di doparmi”, ha dichiarato senza mezzi termini.
Il giocatore, che lo scorso gennaio era stato ad un passo dal vestire la maglia del Napoli – prima che gli azzurri virassero su Noah Okafor – ha scelto di raccontare la sua verità in un’intervista concessa al content creator Zack Nani su YouTube. Le sue dichiarazioni hanno scosso il mondo del calcio internazionale.
“Mi hanno destabilizzato: volevano iniettarmi sostanze senza senso” “Sono una persona onesta, non mi piace mettere gli altri in situazioni scomode, ma sono arrivato a un punto in cui non ho più paura di nulla”, ha esordito Saint-Maximin. “Al Fenerbahçe hanno tentato di doparmi, volevano iniettarmi sostanze senza senso. Ho vissuto situazioni folli che mi hanno inevitabilmente segnato, sia mentalmente che fisicamente”.
Il racconto del calciatore non si è fermato qui. Saint-Maximin ha denunciato una gestione umana e professionale che definisce priva di empatia, arrivando ad accusare il club di averlo lasciato solo in uno dei momenti più difficili della sua vita: “Mio padre stava morendo in ospedale e l’unica cosa che sembrava contare era la partita successiva. Ma dov’è il lato umano? Nel momento in cui sono più a terra, proteggimi, stai dalla mia parte”.
Accuse di complotti, minacce e pressioni psicologiche Il quadro tracciato dal francese va oltre il semplice malessere sportivo. Parla di un clima tossico, di complotti interni, minacce e una totale mancanza di sostegno morale e psicologico da parte della società. La sua esperienza al Fenerbahçe, nelle sue parole, si è trasformata in un vero e proprio incubo, culminato con un senso di abbandono e destabilizzazione personale.
La replica del Fenerbahçe: “Accuse false e dannose, agiremo per vie legali” Non si è fatta attendere la replica ufficiale del Fenerbahçe, arrivata tramite un comunicato diffuso nella tarda serata sui propri canali ufficiali:
“Abbiamo seguito con sgomento le recenti dichiarazioni di Allan Saint-Maximin, che ha militato nel nostro club nella stagione 2024-2025. Le sue parole distorcono la realtà delle cure mediche ricevute in seguito a un problema di salute. Il calciatore ha tentato di fuorviare l’opinione pubblica e di danneggiare la reputazione del nostro club. Con la presente informiamo che ci riserviamo il diritto di intraprendere tutte le azioni legali necessarie contro tali dichiarazioni fuorvianti e contro qualsiasi tentativo di danneggiare la nostra istituzione”.
Il club turco respinge con fermezza le accuse, parlando di una versione dei fatti manipolata e offensiva, e promette battaglia nelle sedi competenti per difendere la propria immagine.
Il mancato arrivo al Napoli e il futuro incerto A rendere ancora più interessante la vicenda, c’è il fatto che Saint-Maximin a gennaio era stato ad un passo dal trasferimento al Napoli. I contatti erano avanzati, ma nelle ultime ore di mercato gli azzurri hanno preferito virare su un profilo diverso, puntando su Noah Okafor. Un trasferimento mancato che, alla luce delle sue dichiarazioni, forse avrebbe potuto cambiare il corso di una stagione tormentata.
Adesso, il futuro del giocatore è avvolto nell’incertezza: il ritorno all’Al-Ahli sembra complicato, mentre eventuali nuove destinazioni potrebbero essere influenzate da questo polverone mediatico.
Un caso destinato a far discutere Il caso Saint-Maximin apre un tema delicatissimo nel mondo del calcio moderno: il rapporto tra club e calciatori, il rispetto dei diritti umani e la gestione della salute fisica e mentale degli atleti. Le accuse sono gravi, la replica altrettanto ferma: ora la vicenda rischia di spostarsi nelle aule dei tribunali.
In attesa di sviluppi concreti, resta il segno profondo lasciato da una testimonianza tanto dolorosa quanto coraggiosa.
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