Calcio Femminile Italiano
·24 luglio 2025
Aitana conduce, Coll mantiene, Bühl e Brand si disperano: le migliori della seconda semifinale

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·24 luglio 2025
La Germania è arrivata a un passo dall’impresa contro le Campionesse del Mondo. Le tedesche sono giunte alla penultima partita dopo un Europeo cominciato in modo difficile, tra infortuni e partite non giocate all’altezza, e hanno perso con dignità – e qualche rimpianto. Le iberiche non hanno messo a segno la goleada che chiunque si sarebbe aspettato: hanno faticato contro una squadra forte e compatta che non si sarebbe mai arresa. Ci ha pensato Aitana a chiudere il capitolo con una delle sue giocate stratosferiche. Ecco le pagelle delle migliori tre per squadra a cura della Redazione.
AITANA: 8. Anche quando non è in partita o lo è sottotono, si vede che c’è il suo zampino. Le azioni partono dai suoi passaggi, accarezza il pallone con eleganza e prova a servire le compagne. Dove non arrivano le attaccanti, arriva lei: intuizione geniale, la sua, di fingere il cross davanti a Berger, che cade nella sua trappola. La sassata che batte l’estremo difensore tedesco è l’emblema di questa calciatrice: quando la dai per sconfitta, ecco che le fiamme delle sue giocate ti ustionano.
CATA COLL: 8. La Germania fatica a trovare la porta, è vero, ma quando lo fa è molto pericolosa. Il portiere del Barcellona viene chiamato in causa varie volte da Bühl e compagne, ma si supera su una parabola insidiosa di un fuoco amico: la deviazione di Ona è velenosa, il colpo di testa spiove dalle sue parti e riesce, con un colpo di reni, a evitare il pareggio e i tiri di rigore. Niente di più simile al detto “Se non puoi batterli, diventa come loro”: Cata Coll voleva essere come l’avversaria, Ann-Katrin Berger, e c’è riuscita.
ONA BATLLE: 8. Ti giri a destra, a sinistra e alle tue spalle e te la ritrovi. Su quasi tutti i palloni recuperati dalle parti dell’area di rigore e di quelli che innescano le ripartenze c’è il suo tocco, anche se impercettibile, come quello di una farfalla, la stessa il cui battito d’ali causa uno tsunami dall’altra parte del mondo: a differenza del modo di dire, la farfalla Batlle gli tsunami li provoca in campo.
BÜHL: 7. La migliore delle tedesche. I suoi controlli, i suoi passaggi, i suoi inserimenti sono delizie per gli occhi, ma nessuna l’accompagna. Il fraseggio spagnolo è un martello pneumatico, e solo lei riesce a trovare la chiave per ripartire e innescare il meccanismo tedesco. Manca il passaggio decisivo, quello letale. Il palo che sfiora a pochissimi minuti dal triplice fischio dei tempi regolamentari descrive la gara della sua nazionale: vicina, vicinissima alla finale, ad accarezzarla con la punta delle dita, ma troppo spaventata al pensiero di stringerla per davvero.
BRAND: 6,5. Altruista, veloce, creativa. Aggettivi positivi che nel match di Brand assumono una connotazione agrodolce. Troppo altruista con il pallone tra i piedi, anziché andare al tiro cerca le compagne per non regalarlo alle avversarie. Troppo veloce, anticipa di molto le compagne che l’assistono quando prende l’iniziativa e le azioni sfumano per la frettolosità con cui vengono costruite. Troppo creativa palla al piede: le giocate, quelle semplici, a volte ti risolvono la partita, e un colpo di tacco in meno può fare la differenza. Nel complesso, Brand emerge tra le tedesche, che in lei hanno un futuro radioso.
KLEINHERNE: 6,5. Se la Spagna non ha inquadrato lo specchio della porta come nei match precedenti buona parte del merito si deve alla classe 2000. Sfortunata e costretta ad abbandonare il terreno di gioco proprio sul più bello, è imprescindibile nel contenimento delle avversarie, innalza un muro contro cui si schiantano. Le spagnole sono veloci e fastidiose in area come delle zanzare, Kleinherne riesce a essere zanzariera per tutta la partita, e quando esce dal campo per qualcosa più grande di lei i fastidiosi insetti hanno la meglio.