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·23 dicembre 2024
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Un episodio inquietante ha scosso il mondo del calcio dilettantistico italiano lo scorso 15 dicembre, quando l’arbitro della partita Rassina–Montemignaio, valida per la Seconda Categoria toscana, ha aggredito due membri della squadra ospite, un calciatore e un dirigente.
La notizia è emersa solo ora, con il Montemignaio che ha denunciato l’accaduto attraverso i propri canali social.
Le proteste e l’aggressione dell’arbitro
L’incidente è avvenuto al termine della partita, che si è conclusa con la sconfitta per 1-0 del Montemignaio. Durante il match, l’arbitro Gabriel Kondi aveva già suscitato malumori tra i giocatori ospiti per alcune sue decisioni, tra cui il fatto di non concedere minuti di recupero, nonostante fossero state comminate tre espulsioni e fossero stati effettuati ben otto cambi.
Al fischio finale, i giocatori del Montemignaio si sono avvicinati all’arbitro per chiedere spiegazioni, ma la risposta di Kondi è stata violenta: scagliò pugni contro un dirigente e un calciatore del Montemignaio, entrambi poi soccorsi e trasportati all’ospedale di Bibbiena. La scena è stata testimoniata anche dal Commissario dell’AIA e dalle forze dell’ordine presenti sul posto.
Le dimissioni dell’arbitro e la protesta del Montemignaio
In seguito all’aggressione, l’arbitro ha ammesso il suo comportamento e ha deciso di presentare le dimissioni dall’AIA. Tuttavia, ha redatto un referto di gioco che, secondo il Montemignaio, non rispecchiava la realtà dei fatti. Questo ha portato alla decisione del giudice sportivo, che ha inflitto pesanti squalifiche a due giocatori del Montemignaio e ha inibito un dirigente fino al 16 gennaio.
In segno di protesta contro le sanzioni e il referto contestato, i giocatori del Montemignaio hanno deciso di scendere in campo con un simbolo di protesta: due segni neri sul volto, durante la partita contro il Pestello, giocata il giorno seguente.
Questo episodio solleva ulteriori preoccupazioni sulla violenza nel calcio dilettantistico e sulle modalità di gestione degli episodi controversi, facendo emergere anche la necessità di una maggiore trasparenza e responsabilità da parte di chi è chiamato a dirigere le partite.
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