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·17 luglio 2025
🤬 ADL senza freni: “Il calcio italiano è in crisi, i politici pensano che i presidenti siano miliardari. Tra 2-3 il movimento scompare”

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·17 luglio 2025
Aurelio De Laurentiis, salito sul palco del Giffoni Film Festival, si è lasciato andare ad analisi a tutto tondo, dal percorso futuro del suo Napoli ai problemi che attanagliano il calcio italiano. Riprendiamo le sue parole da Tuttosport:
Gli inizi – “La prima volta che sono arrivato a Napoli dopo aver comprato la società, in un campetto sulla via marittima dietro la chiesa vidi tre ragazzini che giocavano a pallone. Fermai l’autista per scendere dalla macchina. Uno aveva la maglia del Milan, uno della Juve e uno dell’Inter. Mi rivolsi a loro dicendo: Ma siete napoletani? Non vi vergognate, perché non avete neanche una maglia del Napoli? Il Napoli era dimenticato. Oggi invece i bambini sono gloriosamente dei fedelissimi e attaccatissimi a questa maglia. È cambiato un mondo – ha aggiunto il presidente del Napoli – . Che le persone più adulte giudichino da una posizione che io penso sia da sfigati che Napoli sia matrigna, a me fa soltanto incazzare e dire ‘ma forse siete voi che avete sposato una tale condizione”.
Napoli – “Io dico sempre: vivrei a Napoli tutta la vita. Non vivrei a New York, non vivrei a Parigi. Se dovessi eleggere tre città dove campare direi Napoli, Londra, Los Angeles. Fine dei giochi. C’è la gente innamorata del mignottaggio dubaiano. Ma io a Dubai non ci passerei neanche un giorno della mia vita”.
Champions League – “Vincere la Champions League entro due anni? Dipende – da tutta una serie di circostanze. Dipende da quanto sono forti le altre squadre. Dipende da quanti incidenti uno può avere. Dipende dal sorteggio del calendario e anche dalle capacità dei nostri calciatori e dei nostri allenatori”.
Calcio italiano – “Il calcio italiano è in crisi, i politici pensano che i presidenti siano miliardari eppure dovrebbero sapere che ci sono il 90% dei club in difficoltà. È un fenomeno europeo, ma anche nostro. Qui da noi abbiamo un problema con la Bossi-Fini, del 2001. Ma da quando Bossi e Fini non ci sono più? E comunque ci viene impedito di avere un numero più alto di extracomunitari, a differenza di altri Paesi. Poi dicono che giocano i 37enni e non i 20enni che sono il futuro”.
Italia e Stadi – “È normale che la Nazionale sia in difficoltà. Bisogna muovere il c*** e cambiare, altrimenti tra un paio d’anni si rischia di sparire, perché c’è una B in coma, una A che non riesce a ridursi e costi alle stelle. E qui pare che istituzioni facciano le guerre al calcio. Per quanto riguarda lo stadio, lo immagino pronto tra tre anni. Per il centro sportivo, ho visitato 25 aree, ma qui ci sono situazioni estreme ovunque, dove non trovi strani sversamenti scopri che c’è l’acqua. Adesso ho scoperto un terreno di una ventina di ettari ma devo verificare la logistica, la possibilità di collegamenti”.
Club – “Quanto allo scudetto, abbiamo dimostrato che un club con un centinaio di dipendenti può farcela, a differenza di chi ne ha cinque-seicento. Ci siamo inventati produttori di noi stessi, con le maglie e ieri in una giornata sul web abbiamo incassato mezzo milione di euro. Per vincere la Champions? Beh, servono vari fattori, coincidenze, il calendario, lo stato di salute dei calciatori. E comunque noi saremo sempre competitivi a tutti i livelli”.