Acerbi: «La mia speranza è di restare all’Inter. Il Benfica è alla portata» | OneFootball

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·30 marzo 2023

Acerbi: «La mia speranza è di restare all’Inter. Il Benfica è alla portata»

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Il difensore dell’Inter Francesco Acerbi ha affrontato diversi temi della stagione dei nerazzurri in un’intervista per Dazn

Intervistato da DAZN, Francesco Acerbi ha risposto a parecchie domande sui temi riguardanti la stagione dell’Inter, tra campionato e coppe. Il difensore ha ripercorso anche alcune tappe del suo passato.

MENTALITÀ –: «Se avessi una testa normale come quella di adesso avrei giocato già a 18 anni in Serie A in una grande squadra. Non lo dico per vantarmi. Se non avessi avuto la malattia, a 28anni giocavo con tutto il rispetto in Serie B e ora nemmeno più a calcio. Questo è garantito. Grazie a Dio questo mi ha dato la ripartenza e quindi posso solo dire grazie perché stavo andando in malora».


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SUL MESE DI APRILE –: «Un mese che non vedi l’ora, anche se c’è un po’ paura che ti mette però adrenalina nello stesso tempo. Sono partite da dentro o fuori. Dopo aver passato il turno, si è percepito questo. Ovviamente nello spogliatoio una chiacchierata ce la siamo fatta. D’altra parte c’è anche il campionato che non ci fa stare tranquilli. Champions? Te la devi giocare. Sapendo che il Benfica è alla portata anche se fortissimo. Ce la possiamo giocare, è importante cercare di passare il turno».

SULLE CRITICHE ALL’INTER –: «Penso sia giusto dire le cose positive, come la Supercoppa o i quarti di finale di Champions e in semifinale di Coppa Italia. Puoi anche riuscire ad andare in semifinale, è tutto alla nostra portata. Bisogna sempre dare i meriti che si dimenticano sempre, bisogna però guardare anche l’altra parte. L’Inter ha avuto troppi alti e bassi in campionato. Sono onesto, potevamo avere 10, 11 o 12 punti in più in classifica rispetto ad adesso».

GOL DI KOSTIC IN INTER-JUVE –: «Viziato dalla mano però loro hanno interpretato meglio la partita. Hanno vinto meritatamente, magari sono convinto che non facevano mai gol, erano però più convinti ed equilibrati in campo. Bisogna imparare dagli errori. Questo episodio può essere uno stimolo per la semifinale di Coppa Italia».

IL GOL COL PARMA –: «La palla arrivava lì, io ero in corsa, ce l’avevo sulla testa e l’ho colpita d’istinto, niente di che. Io e Buffon abbiamo riso insieme».

SUL RENDIMENTO PERSONALE –: «Ho avuto sempre buone stagioni sotto il punto di vista dell’attenzione e della concentrazione. Conosco i miei punti di forza, so che ho fatto un anno difficile alla Lazio ma posso ancora fare meglio. Alla fine sono i risultati che contano, vediamo come finirà la stagione».

RAPPORTO CON INZAGHI –: «Non sono quel tipo di calciatore che si lega al mister. Il mister è il mister. Punto. Lo saluto, lo apprezzo perché mi ha voluto alla Lazio e all’Inter. Ho sempre dato quello che ho ricevuto. Ma se faccio schifo è giusto che non mi faccia giusta. Faccio di tutto per poter giocare ma il mister deve fare le sue scelte e bisogna rispettare le sue scelte. Ci vuole una distanza ben definita».

ALTRE RISPOSTE –: «Attaccante più difficile da affrontare? Ibra. Primo idolo? Weah a 7 anni. Gli ruberei il sorriso. Da piccolo giocavo attaccante, poi è arrivato Nesta ma il primo idolo è stato Weah. Un giovane che mi sta sorprendendo è Scamacca, mi piace un sacco. Avrei voluto sfidare Messi. Compagno più acculturato? Darmian. La partita più difficile della stagione è stata quella col Porto. Stadio più bello dove ho giocato? San Siro».

SPERANZA PER IL FUTURO? –: «La speranza è quella di rimanere all’Inter, la speranza c’è. Non so niente, non mi interessa nulla. Sono due mesi importanti, cerco di fare solo il mio meglio e qello che succederà succederà. Non sapevo cosa sarebbe successo il 31 agosto. Mi trovo benissimo all’Inter, non dipende da me. Sicuramente non farò fino ad agosto, se dipendesse da me rimarrei qui senza nessun problema. Non voglio mettere fretta e la dirigenza lo sa».

SUGLI ULTIMI MINUTI COL PORTO –: «Erano cross continui, ho visto la palla in rete ma c’era Dumfries. Da lì ho capito che avremmo vinto, ci sono dei segnali. Ci stavamo schiacciando, sono stati minuti pesanti. Le squadre portoghesi son toste».

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