Calcio In Pillole
·14 ottobre 2020
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·14 ottobre 2020
L’8 maggio 1945 la Germania si arrende alle truppe Alleate: sul fronte occidentale è la fine della Seconda Guerra Mondiale e del regime nazifascista. L’Europa è lacerata e devastata da sei anni di conflitto armato, che hanno lasciato sul campo milioni di morti e intere città rase al suolo. L’Italia, centro nevralgico dello scontro militare, è un cumulo di macerie. Eppure, il calcio, allora come oggi irrinunciabile religione laica, si ferma giusto per le ultime due stagioni. Nel 1942/1943 si gioca regolarmente, e il titolo va al Torino, che finisce davanti al Livorno di un solo punto.
Poi, quando gli Alleati sbarcano in Italia, nel 1943, per il calcio non ci sarà più spazio. Anche se nella Repubblica Sociale Italiana, la roccaforte fedele alla Germania nazista, si disputa comunque il Campionato Alta Italia, sotto l’egida della Figc, controllata dal morente regime fascista. A vincere quello strano campionato, giocato tra febbraio e luglio, saranno a sorpresa i Vigili del Fuoco di La Spezia, che nel girone della finale a tre supera il Torino e pareggia contro il Venezia.
Ufficialmente, però, quel titolo non verrà mai omologato, e il Campionato tornerà solo dopo la fine della Guerra. Diviso, proprio come è stata l’Italia dal 1943, in due gironi: Serie A Alta Italia e e Serie mista A-B Centro-Sud. Si scende in campo, per la prima giornata, il 14 ottobre: una data spesso dimenticata, ma dall’alto valore simbolico. Quel giorno, gli italiani tornano allo stadio, riprendendosi poco a poco la normalità che mancava da anni, se non da decenni. Quelli bui del regime fascista, di cui il calcio è stato, più o meno consapevolmente, strumento di consenso e propaganda.
Torna in campo anche uno dei simboli del calcio italiano del Ventennio, Silvio Piola, con addosso la sua nuova maglia, quella della Juventus. Al Comunale, va in scena subito il derby contro il Torino: lo decide proprio il più prolifico dei cannonieri italiani, con un rigore al 32′ del secondo tempo. Nel girone finale che decide la lotta al titolo, i granata avranno però la loro vendetta, tutta sportiva: arrivano davanti ai bianconeri, vincendo, per un solo punto, il loro terzo titolo. È il primo nell’Italia del dopoguerra, che, sul campo di calcio, non sembra poi tanto cambiata. Il Toro si conferma la squadra più forte, su Piola resiste la maledizione che lo accompagnerà fino alla fine della carriera, chiusa senza aver mai festeggiato la gioia dello Scudetto.
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