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·17 aprile 2025

Abodi: «Sembra ormai certo che si farà un nuovo stadio a San Siro»

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La questione San Siro dovrebbe giungere a un punto di svolta alla fine del mese di aprile, quando scadrà il bando pubblico indetto dal Comune di Milano per la presentazione di eventuali manifestazioni di interesse su stadio Meazza e aree limitrofe, oltre quella già inoltrata da Inter e Milan.

Il dossier San Siro riguarda da vicino anche il governo, che con il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, segue con attenzione ogni sviluppo visto che a fine 2026 nell’impianto milanese si svolgerà la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina: «Con il sindaco Sala ci sentiamo con una certa regolarità, per le Olimpiadi e non solo. Come è noto, la cerimonia di apertura sarà organizzata a San Siro», ha dichiarato il ministro all’edizione odierna de Il Giornale.


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Sul futuro dell’attuale Meazza e sulla costruzione di un nuovo stadio accanto, il ministro ha commentato: «Sembra ormai certo che si farà un nuovo stadio, nell’area di San Siro. I club hanno formalizzato l’interesse ad acquistare lo stadio attuale, alle condizioni stabilite dal Comune che ha recepito le valutazioni economiche dell’Agenzia delle Entrate. Ci saranno passi formali per la privatizzazione di San Siro e poi si procederà alla costruzione di un nuovo stadio sempre in quell’area».

Negli ultimi giorni Abodi è intervenuto in maniera netta e decisa sul caso scommesse, esprimendo la sua contrarietà a far vestire la maglia della Nazionale ai calciatori coinvolti. Non si è fatta attendere la risposta dell’Assocalciatori, ma è arrivata anche quella di Matteo Renzi che ha ribadito come sia il commissario tecnico Luciano Spalletti a fare le convocazioni e non il ministro per lo Sport. «Penso che la maglia azzurra rappresenti dei valori, non solo tecnici – ha ribadito Abodi –. E comunque ho parlato di un principio, non mi riferivo ai ragazzi dei quali si parla in questi giorni, che hanno già pagato per i loro errori. Volevo lanciare un monito per il futuro, per provare a limitare rischi sempre incombenti e la solita ipocrisia da “coccodrillo”».

Al di fuori dei confini calcistici, negli ultimi giorni si parla di un possibile addio della Formula 1 a Monza: «L’Aci ha già sottoscritto il contratto con Formula 1 fino al 2031, per Imola si dovrà negoziare dopo il gran premio di quest’anno».

Ma come detto fra poco più di un anno l’Italia ospiterà le Olimpiadi invernali, anche se non sono mancati i casi politici e giudiziari: «La norma con la quale si è dato il via alla costituzione del comitato organizzatore dei Giochi Olimpiaci e Paralimpici invernali 2026 è stata approvata definitivamente dal Senato il 6 maggio 2020, 225 voti favorevoli e un astenuto, e stabiliva, tra le altre cose, la natura privatistica del comitato stesso. Il Governo è intervenuto lo scorso anno solo con un decreto interpretativo della norma del 2020, rafforzandone l’inequivocabilità. Da parte mia solo rispetto dell’opinione di un magistrato. Le cose che le ho detto credo possano chiarire e comunque sono oggettive».

Un evento che non vedrà come presidente del CONI Giovanni Malagò, il cui mandato scadrà prima delle Olimpiadi e non potrà essere più rieletto per regolamento: «Resterà presidente della Fondazione, nulla viene sottratto a Malagò dal punto di vista della sua presenza a Milano-Cortina, che ha seguito dal primo momento. Per il resto mi pare che se ne sia parlato anche troppo di questo quarto mandato. C’è una norma che lo esclude, tutto qui».

«Lo sport in Italia è molto più del CONI – ha continuato il ministro –, che è parte essenziale di un modello però molto più ampio e socialmente rilevante. Specie dopo la riforma voluta dall’allora sottosegretario Giorgetti. Il CONI è molto importante, ha una storia, un futuro, rappresenta l’attività olimpica, rappresenta la dimensione competitiva, con le federazioni e le discipline associate; ma lo sport per come lo intendo io parte dalla base, dalla dimensione sociale che si esprime grazie agli enti di promozione sportiva e non solo, con l’obiettivo di recitare finalmente un ruolo nuovo nelle scuole, nelle università, nelle periferie urbane e sociali, come indica di fatto la Costituzione all’articolo 33. Futuro presidente? Ci sono 83 grandi elettori, saranno loro a decidere. A me interessa che chi verrà eletto sappia segnare una certa discontinuità rispetto al passato, promuova e interpreti armonia e collaborazione, a tutti i livelli, sviluppi progettualità e partecipi alla catena del valore dello sport».

Infine, un punto sulla situazione Olimpiadi legato alle infrastrutture: «Il punto debole era la pista di bob, skeleton e slittino di Cortina, ma la Società Infrastrutture Milano Cortina, 100% Mef e sotto il coordinamento del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ha fatto nell’ultimo anno un lavoro straordinario, recuperato i ritardi, e ora sulla nuova pista si stanno facendo con grande successo i test di pre-omologazione. Le infrastrutture pubbliche di collegamento stradali e ferroviarie sono in gran parte cantieri aperti che si stanno chiudendo. Il piano delle opere arriverà a compimento con un investimento di oltre 3,5 miliardi di euro e di questi investimenti godranno i benefici le comunità delle terre olimpiche e paralimpiche, ma anche i turisti che potranno arrivare più facilmente nelle località di montagna interessate dai Giochi».

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