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Andrea Agostinelli·25 giugno 2018

5 gol bellissimi di Quaresma con la trivela

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Una giocata che ha uno ed un solo padrone.

Secondo Wikipedia con il termine trivela si intende: “un modo di calciare il pallone, specie sui calci di punizione, tale da far abbassare rapidamente la palla imprimendole velocità. Prende il nome dalle ultime tre dita del piede con cui solitamente si effettua”.


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Gli arcobaleni disegnati da Ricardo Quaresma con il suo esterno destro non sempre coincidono con questa descrizione eppure l’attaccante portoghese oggi è probabilmente l’unico calciatore del panorama mondiale il cui nome è riconducibile ad un singolo gesto tecnico.

Ieri, la Trivela è tornata, punendo l’Iran. Ma da dove nasce questo gesto tecnico?

Se all’inizio della sua carriera, la trivela era la cifra stilistica del suo talento, oggi a 34 anni si potrebbe pensare che sia schiavo di sé stesso, che debba sempre sfruttare ogni minima occasione per riproporla così da potersi regalare una nuova ventata di gloria, un po’ come quei cantanti che imbroccano il successo con la loro prima canzone e che sono costretti a suonarla ad ogni concerto per non scontentare i propri fans.

Niente di tutto questo.

Quaresma è un artista del calcio e il suo modo complicato di colpire il pallone, anche quando la logica consiglierebbe una soluzione differente, è la sintesi perfetta di ciò che noi, tifosi e addetti ai lavori, fatichiamo ad apprezzare: l’estetica.

La sua trivela è il fade away con la gamba alzata di Dirk Nowitzki, il rovescio a una mano di Roger Federer, colpi di genio che elevano il senso artistico di uno sport, che vivono di vita propria e che non lasciano mai insensibili alla visione.

Per colpa di quell’aria da tamarro che lo ha sempre accompagnato, nessuno di noi è mai riuscito ad avere un giudizio oggettivo sulle sue doti tecniche e sulla sua capacità di sfoggiare un colpo tanto difficile anche in contesti delicati.

Chiunque abbia giocato a calcio, a qualsiasi livello, sa perfettamente che provando una conclusione di esterno, la linea di separazione tra il gol sensazionale e la figura da imbecille è sottilissima. Quaresma, il giorno che deciderà di ritirarsi, sarà il giocatore con la più vasta collezione di fischi per tutte quelle volte che ha mandato il pallone in tribuna ma allo stesso tempo sarà uno dei pochi calciatori che potrà vantarsi di aver ridefinito i canoni di bellezza del gioco grazie ad una singola giocata.

L’arte, poi, risiede nei dettagli dato che la trivela a volte non è semplicemente il modo in cui calcia ma i gesti con cui si prepara a colpire il pallone.

Calciare con l’esterno correndo in diagonale è una soluzione naturale, farlo con il destro dopo essere rientrati sul sinistro è un’operazione da incoscienti. Eppure con quel suo modo di inarcare la schiena e cambiare i passi in corsa piega la realtà al suo volere, creando una dimensione in cui quel colpo diventa l’unica soluzione possibile.

Non sbaglia chi dice che questa giocata debba essere ribattezzata e prendere il suo nome perchè Ricardo Quaresma è la trivela e la trivela è Ricardo Quaresma. Non sappiamo più dove finisca uno e cominci l’altro.

Non solo ha preso un gesto tecnico già esistente per migliorarlo ma lo ha anche rimodulato a sua immagine e somiglianza, innalzandolo ad un livello di perfezione artistica che nessun altro giocatore potrà mai raggiungere.