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Andrea Agostinelli·3 settembre 2018
🎥 10 gol impossibili che poteva segnare solo Fabio Quagliarella

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Andrea Agostinelli·3 settembre 2018
Una classifica che misura la sua follia creativa.
Con il gol messo a segno contro il Napoli, Fabio Quagliarella ha aggiornato ancora una volta la sua collezione di capolavori, una galleria d’arte aperta nel 2000 con il suo debutto in Serie A e che si rinnova anno dopo anno.
Colpi di tacco, rovesciate, conclusioni di centrocampo: come ogni grande artista, il capitano della Sampdoria ha saputo reinventarsi nel corso della sua carriera pur rimanendo fedele a sé stesso, l’attaccante dai colpi impossibili.
Partiamo con una robina semplice, una conclusione al volo dal limite dell’area. Un gol che all’interno della narrativa della sua carriera potrebbe essere etichettato come banale ma che invece, come racconta il suo doppio cambio di passo per arrivare coordinato all’impatto con il pallone, ha un altissimo coefficiente di difficoltà.
Noi non lo sappiamo che rapporto abbia o abbia avuto Quagliarella con i suoi compagni di squadra ma quello che possiamo immaginare è che ci possono essere delle situazioni in cui è veramente difficile giocare con lui.
Come in questo caso: c’è un compagno liberissimo sulla destra, un altro che sta tagliando verso l’area di rigore prendendo in controtempo il movimento della difesa e lui invece decide di tirare da venti metri senza nemmeno prendere la rincorsa. Roba che se non prendi lo specchio della porta sai quanti insulti che ti arrivano.
Ci sono poi dei gol che ti rubano il cuore perchè vorresti cucirgli intorno una spiegazione razionale ma più li guardi più non riesci a darti delle risposte. Cioè: quando l’ha pensato un colpo del genere? L’ha visto fare a qualcuno? L’ha provato in allenamento? È uno schema? L’aveva fatto alla playstation?
Una rete tanto bella quanto malinconica. Quel Mondiale non l’avremmo mai vinto ma se Lippi gli avesse dato più fiducia rispetto ai 45 minuti che gli concesse in quell’ultima partita maledetta avremmo sicuramente salvato la nostra dignità, evitando un’eliminazione da ultimi in classifica in un girone con Paraguay, Slovacchia, e Nuova Zelanda.
Quello di Krasic non è un assist ma un invito a nozze: il ceco lo serve con un cross arretrato sul primo palo su cui lui arriva in anticipo, con lo specchio della porta chiuso sul primo palo ma spalancato sul secondo, con il suo marcatore che cerca di anticiparlo anziché provare a tamponarlo.
Il colpo di tacco non solo è la soluzione più spettacolare ma anche quella più logica.
Come dice Trevisani in telecronaca, c’è un dettaglio che amplifica la difficoltà di questo gol: Quagliarella con lo stop di petto si allarga ulteriormente e in questa maniera restringe ancora di più lo specchio della porta a sua disposizione. Specchio che tra l’altro non vede perchè controlla il pallone spalle alla porta.
Lui, però, ha già metabolizzato tutti i dettagli ambientali al momento dello scatto in profondità e quando riceve l’assist di Maksimovic deve solo dar forma ai movimento che ha visualizzato nella sua mente. Non è un colpo istintivo ma un gol ragionato.
Certe volte poi non si possono dare spiegazioni, devi solamente farti trascinare dalla corrente ed essere grato di aver visto la bellezza palesarsi davanti ai tuoi occhi.
Quello delle rovesciate è il capitolo che Quagliarella ha riempito con più dedizione, sviluppandolo in quasi tutte le tappe della sua lunga carriera.
La migliore resterà sempre questa al Granillo contro la Reggina: affascinante per la facilità con cui esegue uno dei gesti più difficile per un calciatore, sorprendente per la maniera in cui riesce a mantenere l’equilibrio in caduta, maliziosa per il modo in cui sfrutta il suo avversario per coordinarsi.
Se Quagliarella fosse un vino non ci sarebbero dubbi sulla sua annata migliore: la 2006/2007. I numeri raccontano un’altra versione, d’altronde i 19 gol realizzati nella scorsa stagione sono il suo massimo in Serie A, ma tra le 14 reti di quella stagione ci sono delle perle di valore assoluto.
Autentici colpi di genio che potevano essere messi in pratica solo da un fuoriclasse. Oppure da un pazzo, come giustamente fa notare Bazzani al pubblico esterrefatto del Bentegodi.
“Ho visto arrivare questa palla, ho pensato che potevo prenderla soltanto con il tacco”. Per chiudere questa raccolta di reti impossibili ci affidiamo alle sue stesse parole, quelle di un giocatore che a 35 anni ha segnato il gol più bello della sua carriera e ciononostante si è sentito quasi in colpa per quel gesto così spettacolare, tanto da volersi scusare con il portiere avversario.
Quello che poteva essere e non è mai stato il gol più bello di tutta la sua carriera.