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·1 maggio 2020
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1 maggio 2005. Il cielo è sempre bellissimo sopra Barcellona, sopra il Camp Nou. Sara a causa delle stelle o sarà l’atmosfera che si respira nello stadio. Comunque sia, quella sera si gioca Barcellona-Albacete. È una partita importante, speciale. Tutte lo sono, ma questa può significare davvero moltissimo in ottica Liga. I blaugrana vanno in vantaggio grazie ad un gol del Re Leone, Samuel Eto’o.
Nonostante questo, però, c’è ansia tra gli spalti, voglia di chiudere la partita presto perché l’incertezza non è amica di nessuno, nemmeno nel calcio. Ronaldinho, altro grandissimo fuoriclasse, fornisce un passaggio perfetto ad un ragazzino argentino, di soli 17 anni, nato a Rosario. Il giovane sudamericano lascia scorrere il pallone, il tiro è delicato ma basta per superare Raúl Valbuena, portiere dell’Albacete.
La palla finisce dentro, è il 2-0. Il Barcellona non è diventato ancora campione di Spagna ma ormai manca davvero poco, pochissimo. L’autore della rete? Lionel Messi.
“È solo un gol” in molti dissero. Ma in verità nessuno poteva immaginare cosa sarebbe successo in seguito, quale nuova meravigliosa storia sarebbe stata scritta. Oggi Lionel Messi è il capitano del Barcellona, è considerato tra i migliori calciatori al mondo, ha messo a segno 627 reti, vinto 6 Palloni d’oro e ha fatto qualcos’altro di molto speciale: ha sognato e fatto sognare l’intero mondo blaugrana, in una storia meravigliosa non ancora finita. E a pensarci bene, ha fatto innamorare anche chi, il Barcellona, non lo tifa affatto.
1 maggio 2005. Il cielo è sempre bellissimo sopra Barcellona. Sarà a causa delle stelle. Quelle, sapete, nascono e muoiono continuamente. Quella sera ne è nata una davvero luminosa. E continuerà a brillare ancora