Scudetto Milan, Donadoni certo: «In pole c’è questa squadra ma i rossoneri possono sognare. Sull’addio di Theo Hernandez…» | OneFootball

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·22 Agustus 2025

Scudetto Milan, Donadoni certo: «In pole c’è questa squadra ma i rossoneri possono sognare. Sull’addio di Theo Hernandez…»

Gambar artikel:Scudetto Milan, Donadoni certo: «In pole c’è questa squadra ma i rossoneri possono sognare. Sull’addio di Theo Hernandez…»

Scudetto Milan, Roberto Donadoni, leggenda del club rossonero, ha parlato della corsa al tricolore: Allegri può sognare

Roberto Donadoni, ex stella del Milan e CT della Nazionale, ha rilasciato una lunga intervista a gazzetta.it, analizzando a 360 gradi il momento rossonero e la prossima Serie A. Le sue parole, dense di spunti e considerazioni, offrono una prospettiva privilegiata sul futuro del Diavolo, fresco di una rivoluzione tecnica e dirigenziale con l’arrivo di Massimiliano Allegri in panchina e Igli Tare come Direttore Sportivo. L’inizio anticipato della stagione, sottolinea Donadoni, è un’anomalia, ma c’è fiducia che gli errori del passato siano serviti da lezione.


Fiducia in Allegri e il lavoro di Tare

Donadoni non nasconde la sua stima per il ritorno di Massimiliano Allegri al Milan: “Credo lo sappiano bene anche in società che iniziare così presto la stagione sia un’anomalia. La speranza, e anche la mia convinzione, è che la brutta annata alle spalle sia stata d’insegnamento e che certi errori non si ripetano. In questo senso, aver puntato su Massimiliano Allegri è un bel segnale”. L’esperienza e la conoscenza di Milanello da parte di Allegri sono per Donadoni garanzia di successo: “Beh, la sua storia parla da sola. In più, Allegri conosce già Milanello e tutto il contesto attorno al Milan”.


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Per quanto riguarda le prime mosse di mercato del nuovo DS Igli Tare, l’ex centrocampista rossonero esprime un giudizio positivo, seppur cauto: “Da Jashari a Estupinan e De Winter, il Milan ha scelto profili interessanti, che però devono confermarsi ad altissimo livello. Per me hanno tutti la qualità per fare il salto, ma aspetto anche di vedere chi arriverà in attacco per dare un giudizio”. Un’attesa che si concentra in particolare sull’obiettivo numero uno per l’attacco.


Hojlund: un finalizzatore per il Milan

Il nome caldo per l’attacco rossonero è quello di Rasmus Hojlund del Manchester UnitedDonadoni ne traccia un identikit preciso, sottolineando le sue peculiarità: “Centravanti giovane, che ha già assaggiato la Serie A e questo è un bene. Poi ogni attaccante ha peculiarità importanti, ma molti non tengono conto quanto sul rendimento di una punta sia importante il lavoro collettivo della squadra. Ecco, Hojlund mi sembra proprio il classico giocatore che finalizza la manovra dei compagni, con caratteristiche ben definite. Non è il tipo che si crea occasioni da solo, magari partendo in solitaria e dribblando gli avversari. Se il Milan lo ha scelto è perché sarà convinto possa essere messo in condizione di esprimere le sue qualità. Non dimenticherei però Gimenez, che mi sembra già partito con la testa giusta”. Un’analisi che evidenzia come il successo di Hojlund dipenderà molto dal sistema di gioco che Allegri saprà implementare.


La difesa e la crescita di Leao: le chiavi del Milan

Nonostante l’arrivo di De Winter, la difesa del Milan è stata oggetto di discussione tra i tifosi. Donadoni affida la valutazione ad Allegri: “Nessuno è più qualificato di Allegri quando si parla di difesa. Max ha sempre basato i suoi successi partendo dalla solidità delle sue squadre. Se al Milan manchi qualcosa nel reparto, Allegri saprà valutarlo senz’altro in tempo per intervenire – nel caso – ancora sul mercato. Di certo la tenuta difensiva è stata una delle problematiche della scorsa stagione e tutti dovranno fare uno sforzo per sistemare le cose”. La solidità difensiva sarà un pilastro per la squadra di Allegri.

Al di là del mercato, Donadoni si sofferma sulla necessità di uno step di crescita da parte di chi era già in rosa, puntando il dito su Rafael Leao: “Rafa è stato sempre nel centro del mirino. Che sia un giocatore in grado di fare la differenza lo sanno tutti. Cosa gli è mancata spesso? La continuità, la voglia di essere sempre protagonista. E non intendo solo in partita, ma anche negli allenamenti, in spogliatoio… Solo così può essere riconosciuto pure dai compagni. Di sicuro Leao sarà aiutato dal tecnico, ma non è più un ragazzino, deve convincersi prima di tutto da solo di quanto è forte”. Un monito chiaro per il talento portoghese, chiamato a mostrare maggiore maturità e leadership.

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