Palermo-Sampdoria, Perinetti: «I rosanero devono dare stabilità al loro cammino» | OneFootball

Verso Palermo-Sampdoria, Giorgio Perinetti, ex direttore sportivo dei rosanero, ha esaminato la situazione del club: le dichiarazioni

Palermo-Sampdoria è un match caldo che si disputerà a breve, valevole per la 14a giornata di Serie BKT 2024/25. Stando a quanto riportato da La Repubblica, Giorgio Perinetti, ex direttore sportivo dei rosanero, ha esaminato nel dettaglio la stagione corrente dei rivali di Sottil. Emergono svariati problemi dalla sua analisi, tra cui la pressione dell’ambiente e il non facile adattamento di alcuni giocatori che potrebbero compromettere il rendimento della squadra stessa. Vi proponiamo le sue dichiarazioni in merito:

STAGIONE – «Campionato già finito? Assolutamente no, la Serie B è imprevedibile. I distacchi, anche se già ampi come questi, possono essere cancellati. Però è chiaro che il Palermo deve cambiare marcia. Serve continuità. I rosanero devono trovare un andamento diverso, in casa e fuori, e devono dare stabilità al loro cammino. Quest’anno sono partite fortissimo tre squadre: Pisa, Sassuolo e Spezia stanno facendo il vuoto e a questo punto è chiaro che non si può più sbagliare. Il Palermo per recuperare deve avere la stessa capacità di fare punti in casa e trasferta.

Manca quella continuità di cui parlavo e deve assolutamente risolvere i suoi problemi interni. Mi riferisco all’affare Brunori che può essere destabilizzante. Per il resto, Dionisi ha le sue idee e le ha sempre concretizzate. Se l’allenatore stia faticando a mettere in pratica le sue idee questo non lo so, ma posso dire che bisogna fare in fretta perché il distacco è già notevole e il Palermo non può permettersi di perdere altro terreno. Motivi di questa falsa partenza? I rosanero hanno cambiato tanto e probabilmente qualcuno fatica a rendere e la squadra non riesce ad avere la sua identità definitiva».

CASO BRUNORI – «Non è tanto il fatto che possa andare in panchina. Il problema sono le ragioni perché va in panchina. Certo è che la sua è un’annata particolare e che evidentemente possono esserci dei problemi. Una cosa è certa: il caso deve essere risolto a tutti i livelli, sia tecnici sia societari. Bisogna capire se si sente ancora di essere giocatore a Palermo o se preferisce cambiare aria. Brunori è un giocatore importante per la squadra rosanero, ma deve essere il Brunori che tutti quanti conosciamo e abbiamo imparato ad apprezzare in questi anni».

PROBLEMI IN ATTACCO – «E’ difficile dare una spiegazione perché parliamo di giocatori che in passato hanno dimostrato di essere ottimi realizzatori. Bisogna capire cosa c’è alla base di un rendimento così scarso. Non mi pare che il Palermo non crei occasioni da rete. Magari avrà una manovra non proprio fluida ma in area ci arriva. Perché non danno il massimo lo possono scoprire allenatore e società.

Le Douaron? Quando si prendono giocatori dall’estero e li si porta in un torneo come la Serie B che è diverso da tutte le categorie dei campionati europei si può correre un rischio legato all’adattamento. In questo momento, evidentemente Le Douaron non si è ancora adattato a questa nuova realtà e non è riuscito a entrare nella mentalità di un torneo difficile come la nostra B».

PRESSIONE – «Fischi da due gare di fila? E’ un fatto normale: più c’è entusiasmo, più c’è pressione e più c’è delusione quando i risultati non arrivano. Il Palermo è nella galassia City e tutti si attendono grandi risultati. Al momento questa pressione e questa attesa per i risultati non consentono alla squadra di esprimersi al meglio. Bisogna abituarsi perché ambienti come quello di Palermo ti danno grandi possibilità, ma creano anche molte aspettative.

La pressione, può diventare un alibi, ma l’aspetto psicologico è spesso sottovalutato dalla proprietà straniere che non hanno contezza del fatto che sotto la maglia c’è una persona. In Italia, quando si passa dal potere vincere al dovere vincere, tutto diventa un macigno che i giocatori portano sulle spalle. L’ambiente deve essere bravo a metabolizzare quello che accade, ma i giocatori devono essere pronti a questo tipo di sollecitazioni e di responsabilità».