Pafundi Udinese, i dubbi dei friulani: rimanere a Udine o cercare continuità? Due squadre in Serie B lo seguono | OneFootball

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Calcionews24

·16 Juli 2025

Pafundi Udinese, i dubbi dei friulani: rimanere a Udine o cercare continuità? Due squadre in Serie B lo seguono

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Simone Pafundi e l’Udinese ad un bivio: continuare insieme in questa stagione o un altro giro di prestiti, con la Serie B che lo segue

Ogni volta che si parla di giovani talenti, il suo nome spunta fuori con naturalezza. Simone Pafundi, classe 2006, è il gioiellino dell’Udinese, ancora in cerca della giusta consacrazione. Come ricorda la Gazzetta dello Sport, il motto lanciato da Roberto Mancini ai tempi della Nazionale – «Prima Pafundi, poi gli altri» – è diventato quasi un’etichetta, un simbolo di aspettative altissime che hanno finito per influenzare il percorso del ragazzo.

Il talento non è mai stato in discussione: visione di gioco, tecnica sopraffina, tempi di inserimento da giocatore già maturo. Ma a ostacolarlo sono intervenuti altri fattori: una fisicità ancora in divenire, qualche guaio fisico e una concorrenza interna che non gli ha sempre lasciato spazio. Il prestito in Svizzera al Losanna, nella scorsa stagione, gli è servito per ritrovare continuità, almeno nel lavoro quotidiano. Con il tecnico tedesco Kosta Runjaic ha avuto stima e attenzioni, ma poco minutaggio: appena 107 minuti in campo in totale.


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Ora il talento friulano è di fronte a un bivio cruciale per la sua crescita: restare a Udine per cercare di guadagnarsi spazio oppure ripartire, magari da una Serie B “alta”. Monza e Venezia, stando alle indiscrezioni, avrebbero già manifestato interesse, offrendo un contesto competitivo e meno pressante dove poter maturare con più costanza.

Quel che è certo, e fondamentale, è che Pafundi ha bisogno di un allenatore disposto a puntare davvero su di lui, con convinzione e pazienza. Le qualità ci sono tutte, ma senza fiducia piena e minuti veri, rischiano di restare potenziale inespresso.

Il suo ruolo naturale è quello di trequartista, ma Runjaic lo ha testato anche da mezzala e da esterno. Una duttilità che può diventare un’arma in più, purché non si trasformi in confusione tattica. La strada è ancora lunga, ma il talento – quello sì – resta intatto. Ora serve il contesto giusto per farlo esplodere.

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