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·12 Juni 2025
Olympique Marsiglia, De Zerbi: “In Italia si fatica a scovare talenti. La responsabilità è di chi governa il sistema”

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·12 Juni 2025
Roberto De Zerbi torna a parlare ai media italiani dopo due anni di silenzio, scegliendo il podcast Supernova di Alessandro Cattelan per un confronto aperto e sincero.
L’allenatore del Marsiglia si è confrontato su diversi temi, dal calcio italiano a quello internazionale, passando per i rapporti con i giocatori e la stampa. Un’intervista che offre spunti di riflessione importanti sul momento attuale del calcio nostrano.
Una visione critica sul calcio italiano De Zerbi non nasconde la sua preoccupazione per il presente della nazionale e del movimento italiano in generale. “Da italiano che lavora all’estero, la sconfitta contro la Norvegia fa ancora più male. Credo che stiamo attraversando un momento in cui è sempre più difficile far emergere giocatori di livello elevato. Sicuramente si sta sbagliando qualcosa, anche se non penso che la responsabilità ricada solo sugli allenatori che si alternano sulle panchine.”
L’ex tecnico di Sassuolo e Shakhtar Donetsk sottolinea come un tempo l’Italia avesse un patrimonio di campioni come Totti, Del Piero, Inzaghi, Montella e Vieri, mentre oggi quella capacità sembra essere appannata, con Francia e Spagna che invece riescono a produrre costantemente nuovi talenti.
Il livello attuale: i limiti e qualche nome “Abbiamo alcuni giocatori validi come Barella, Bastoni, Tonali e Locatelli, ma nel complesso la qualità è calata. Nella partita contro la Norvegia è mancata la mentalità e la determinazione, elementi che fanno parte del livello complessivo del gruppo. Arrivare a giocare in condizioni climatiche difficili dopo una stagione pesante non è semplice, ma il problema vero è che ora il talento è raro. Credo che la responsabilità sia condivisa da tutti gli attori del sistema calcio italiano.”
Il rapporto con i media De Zerbi ha anche spiegato il motivo del suo lungo silenzio con la stampa italiana: “Questa è la prima intervista dopo due anni perché sono rimasto coinvolto in una controversia tra il mio amico Lele Adani e alcuni giornalisti. Mi sono sentito usato come strumento per colpire lui, e questo mi ha ferito. Ho scelto quindi di non parlare più con i media, accettando anche critiche e attacchi ingiustificati, pur di preservare la mia dignità.”
L’esperienza difficile durante la guerra in Ucraina Non sono mancati momenti toccanti quando De Zerbi ha ripercorso i drammatici giorni trascorsi in Ucraina con la sua squadra dello Shakhtar Donetsk. “Eravamo in ritiro ad Ankara poco prima dello scoppio del conflitto. I miei giocatori brasiliani avevano paura di tornare in Ucraina. Il clima si è fatto pesante con il passare dei giorni: allenamenti sotto la minaccia dei bombardamenti, spogliatoi con mappe delle vie di fuga, cinque giorni chiusi in un bunker con la squadra. La mia famiglia era in Italia e la preoccupazione era grande. Grazie all’aiuto della Federazione Ucraina e di Gabriele Gravina siamo riusciti a lasciare il Paese in sicurezza.”