Calcionews24
·14 Juli 2025
Mondiale per Club, l’incredibile paradosso. I cannonieri sono 4, ma nessuno di loro ha partecipato alla finale

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·14 Juli 2025
Un paradosso che racconta la natura imprevedibile e crudele del calcio. Il nuovo Mondiale per Club, nella sua prima, sfarzosa edizione, si è concluso con il trionfo a sorpresa del Chelsea, ma ha lasciato in eredità una statistica tanto curiosa quanto significativa. I quattro giocatori che si sono laureati capocannonieri del torneo, con 4 reti a testa, non hanno nemmeno disputato la finale. Ángel Di María, Gonzalo García, Serhou Guirassy e Marcos Leonardo sono stati i re del gol, i bomber implacabili che hanno trascinato le loro squadre fino a un passo dalla gloria, per poi fermarsi prima dell’ultimo atto. Le loro storie, fatte di prodezze balistiche, opportunismo e classe, si sono intrecciate in un racconto corale che ha definito la fase a eliminazione diretta, dimostrando che, a volte, i gol non bastano per arrivare fino in fondo. Un’anomalia che celebra il talento individuale ma che, al tempo stesso, sottolinea l’importanza del collettivo e la capacità di soffrire e vincere anche quando i propri bomber non trovano la via della rete, come ha insegnato il Chelsea di Enzo Maresca.
Ángel Di María (Benfica): L’eterno Fideo, leader a intermittenza
L’avventura di Di María in questo Mondiale è stata un concentrato della sua carriera: lampi di genio puro alternati a momenti di pausa. Ha iniziato il suo torneo con un rigore glaciale, al 45’+3 del primo tempo contro il Boca Juniors, un tiro di piatto, lentissimo e spiazzante, che ha riaperto una partita che sembrava compromessa. Si è ripetuto, sempre dal dischetto, contro i dilettanti dell’Auckland City, segnando due rigori (al 45’+8 e al 90’+8) in una partita a senso unico, chiusa sul 6-0. Il suo quarto e ultimo gol è arrivato nei quarti di finale, ancora su rigore, contro il Chelsea. Una rete che, al 95′, ha portato la partita ai tempi supplementari, illudendo il Benfica di poter compiere l’impresa. Ma la sua leadership non è bastata: la sua squadra, rimasta in dieci, è crollata nel secondo tempo supplementare, e il suo Mondiale si è chiuso con un’amara eliminazione.
Gonzalo García (Real Madrid): Il canterano che ha fatto sognare Madrid
La stella di Gonzalo García ha brillato intensamente, ma si è spenta troppo presto. Il giovane attaccante del Real Madrid ha segnato il suo primo gol al 33′ contro l’Al Hilal, finalizzando una ripartenza letale con un tocco sporco ma efficace, un cucchiaio che ha beffato Bono. Si è ripetuto contro il Salisburgo, all’84’, con un destro preciso dalla distanza che ha chiuso la partita. Il suo terzo sigillo è arrivato nei quarti di finale, contro il Borussia Dortmund, con un destro al volo su assist di Arda Guler, un gol che ha aperto le marcature e ha illuso i Blancos di poter avere la meglio sui tedeschi. Il suo quarto e ultimo gol, quello del momentaneo 1-0 nella semifinale contro il PSG, è stato un capolavoro di tempismo e freddezza, un colpo di testa su cross di Alexander-Arnold. Ma non è bastato: il Real Madrid è stato travolto dalla furia parigina, e il sogno di Gonzalo si è infranto a un passo dalla finale.
Serhou Guirassy (Borussia Dortmund): Il bomber che ha spaventato il Real
Serhou Guirassy è stato il trascinatore del Borussia Dortmund, un centravanti implacabile che ha sfiorato l’impresa contro il Real Madrid. Ha iniziato il suo torneo con una doppietta contro il Monterrey, due gol da vero rapace d’area, entrambi su assist di Adeyemi, che hanno messo in mostra tutto il suo repertorio: freddezza, senso della posizione e un tiro potente e preciso. Il suo terzo gol è arrivato nella semifinale contro il Real Madrid, un rigore trasformato con freddezza al 98′, che ha riaperto una partita che sembrava chiusa. Il suo quarto gol, quello del momentaneo 3-2, è stato un altro rigore, calciato con la stessa freddezza, che ha fatto tremare i Blancos fino all’ultimo secondo. Ma la sua tripletta non è bastata: il Real Madrid ha resistito e ha conquistato la finale, lasciando a Guirassy solo la magra consolazione del titolo di capocannoniere.
Marcos Leonardo (Al Hilal): Il gioiello brasiliano che ha illuso Inzaghi
L’avventura di Marcos Leonardo e del suo Al Hilal è stata una delle favole più belle di questo Mondiale. L’attaccante brasiliano ha segnato il suo primo gol contro il Manchester City, un tap-in da pochi passi che ha regalato ai sauditi un pareggio storico. Si è ripetuto contro il Fluminense, nei quarti di finale, con un gol di rapina, un tocco fortunoso che ha portato la sua squadra in vantaggio. Il suo terzo gol, quello del momentaneo 2-2 contro il Manchester City nei quarti, è stato un altro tap-in, un gol che ha portato la partita ai supplementari e ha fatto sognare a Simone Inzaghi l’impresa. Il suo quarto e ultimo sigillo, quello del definitivo 4-3, è stato un altro gol da rapace d’area, una ribattuta vincente che ha eliminato i campioni d’Europa in carica e ha proiettato l’Al Hilal in una storica semifinale. Ma contro il Fluminense, la favola si è interrotta, e il sogno di Marcos Leonardo si è spento a un passo dalla finale.