Milinkovic Savic Torino, Sorrentino: «É il migliore della Serie A e non solo perché para i rigori. É cresciuto in tutto. E sul gioco con i piedi dico questo…» | OneFootball

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·22 Maret 2025

Milinkovic Savic Torino, Sorrentino: «É il migliore della Serie A e non solo perché para i rigori. É cresciuto in tutto. E sul gioco con i piedi dico questo…»

Gambar artikel:Milinkovic Savic Torino, Sorrentino: «É il migliore della Serie A e non solo perché para i rigori. É cresciuto in tutto. E sul gioco con i piedi dico questo…»

L’ex portiere del Torino Stefano Sorrentino ha parlato della grande stagione di Milinkovic-Savic e della sua importanza nel club granata. Le parole

Il Torino ha una sicurezza in porta: Vanja Milinkovic-Savic, Su di lui ragiona Stefano Sorrentino, una vita tra i pali, che in A ha esordito proprio col club granata. Ecco la sua intervista a La Gazzetta dello Sport.

IL MIGLIORE DELLA SERIE A«Direi di sì. Il rendimento da inizio del campionato è evidente».


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HA PARATO 4 RIGORI – «Ne parai anche io quattro. Mi auguro che si fermi… Scherzi a parte, è chiaro che quando hai la bravura e la fortuna di fermarne così tanti, questo fa alzare il livello».

LA STAGIONE DI MILINKOVIC – «Occorre guardare al di là dei rigori, il rendimento è molto positivo, come del resto l’anno scorso. In passato era stato molto criticato, ma i numeri dicono che è cresciuto. Personalità ne ha sempre avuta, ma ora inizia a essere decisivo».

IN COSA É MIGLIORATO – «In tutto. Si migliora sempre, a qualsiasi età. Vanno fatti i complimenti allo staff, che lo ha saputo sollecitare e ha capito determinate sue caratteristiche. Il fatto di lavorare con due colleghi esperti come Alberto Paleari e Antonio Donnarumma deve averlo senz’altro aiutato. I fattori di crescita sono molti».

IL GIOCO CON I PIEDI – «Ormai è uno degli aspetti principali del bagaglio dei portieri. A lui piace calciare, si vede. Anzi, gli piace così tanto che alcune malelingue in passato dicevano che giocava perché serviva un uomo di movimento aggiunto. Ma il portiere, ovviamente, prima di tutto deve parare, e lui ha dimostrato di saperlo fare davvero».

ERA UNA SUA CARATTERISTICA – «Dipendeva dalle annate. Uno dei compagni che mi offriva sempre un’alternativa nel gioco era Dainelli, che si smarcava ed era di grande aiuto quando dovevo giocare con i piedi. Altri invece volevano soltanto che la sparassi a cinquanta metri»

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