Calcionews24
·22 Februari 2025
Lecce, Sticchi Damiani dopo la partita con l’Udinese: «Non si può chiamare l’arbitro per una cosa del genere, manca anche un rosso…»
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·22 Februari 2025
Il presidente giallorosso Saverio Sticchi Damiani è intervenuto ai microfoni della sala stampa dello stadio Via del Mare al termine del match tra Lecce e Udinese per commentare la non poco dubbia decisione arbitrale che ha portato al calcio di rigore trasformato da Lucca e che ha deciso il match. A seguire le sue parole.
EPISODIO DEL RIGORE – «Parliamo di una partita equilibrata nella quale un episodio fa tutta la differenza del mondo. Mi dispiace, facciamo una fatica enorme a capire regole e protocolli. L’arbitro dal campo vede bene e fa platealmente segno che si può continuare. Si è sovvertito il protocollo per un rigore improponibile, inconcepibile. Mi dispiace che un giovane arbitro come Bonacina sia stato mandato al massacro per decretare un rigore così. All’arbitro ho detto che mi dispiace per lui, perché non può essere richiamato per un rigore inesistente. Abbiamo coniato una nuova tipologia di rigore dove l’attaccante cerca un gomito aperto per andare a sbattere. Questa è una interpretazione ridicola. Da oggi in poi questi episodi vanno puniti con il rigore ma non è possibile. Addirittura c’è un episodio uguale su Coulibaly ma poi lì quest’interpretazione ridicola non vale più. Si potevano dare due rigori ridicoli».
ESPULSIONE PAYERO – “Meno ridicolo e più serio è il secondo giallo su Payero. È impossibile non dare il secondo giallo. Ci mettiamo tutta la buona volontà per capire e comprendere ma certe giornate è difficile. Mi dispiace che al var ci sia lo stesso arbitro che lo scorso anno ha trovato il pestone di Piccoli con il Milan, quest’anno ha coniato la fattispecie dell’attaccante che va a sbattere sul gomito. Era una partita non bella ma un pareggio avrebbe fatto tutta la differenza di questo mondo. Abbiamo difficoltà naturali e queste si aggiungono ulteriori difficoltà che non si riescono a capire”.
RABBIA PER L’ACCADUTO – “Non si può chiamare l’arbitro per una cosa del genere. Gli hanno fatto vedere gli unici due fotogrammi che alterano una dinamica che dice tutt’altro. Dal punto di vista della fattispecie è una barzelletta, inutile girarci intorno. È un episodio determinante, che incide. Un punto avanti e indietro significa tanto per il Lecce. Un arbitro esperto non può richiamare un arbitro giovane per indurlo a dare un rigore così”