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·13 Agustus 2025

Lazaro come Tavares e Adams come Dia. Il Toro di Baroni prende forma

Gambar artikel:Lazaro come Tavares e Adams come Dia. Il Toro di Baroni prende forma

Il Torino di Urbaino Cairo, risolto il rapporto con Paolo Vanoli, ha scelto Marco Baroni per provare a raggiungere un’Europa che sembra però allontanarsi un po’ di più di anno in anno. L’ex Lazio dovrebbe ripartire dal 4231 con cui aveva fatto vedere ottime cose nei primi mesi a Roma. Per questo sono arrivati Zakaria Aboukhlal a titolo definitivo dal Tolosa e Cyril Ngonge in prestito gratuito con un diritto di riscatto molto alto fissato a 18 milioni.

Due le cessioni di rilievo, almeno fin qui: quella del portiere Vanja Milinkovic-Savic, passato al Napoli e quella di Samuele Ricci, finito al Milan di Massimiliano Allegri. Entrambi sono stati prontamente sostituiti. In porta è arrivato l’ex vivaio Juve Franco Israel, mentre a centrocampo, dall’Empoli, è stato acquistato per 4,5 milioni Tino Anjorin.


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Le nostre 3 hot take sul Torino di Marco Baroni.

Lazaro può avere campo libero nei corridoi di Ngonge

Valentino Lazaro può essere il nuovo Nuno Tavares per Baroni. Non per dirompenza fisica né per velocità, ma per presenza nella trequarti avversaria e qualità per determinare negli ultimi metri. Con Biraghi più bloccato in fase di costruzione, l’austriaco avrà grande licenza di salire e proporsi, favorito dai corridoi aperti dal mancino di Ngonge, che predilige venire dentro al campo. I 6 assist dello scorso anno, la fattura dei suoi cross e il ritorno sempre più vicino di un colpitore come Duván Zapata lo rendono un asso potenzialmente decisivo nella manovra offensiva del Toro.

Che Adams è il 9 e mezzo che insidia la Trequarti

Se Lazaro farà il Tavares, Ché Adams farà il Dia. Inutile rimarcare le dovute differenze: si parla di ruoli e funzioni in campo. Lo scozzese, al momento impiegato come prima punta titolare in attesa del completo rientro di Duván, considerando anche l’arrivo di Simeone, sarà un jolly di lusso che oscillerà tra trequarti e attacco in un 4231 molto mobile: lo vedremo spesso anche al posto di Vlašić, nei panni di un “9 e mezzo” in grado di associarsi con i compagni e al tempo stesso di aggiungere peso là davanti. L’anno scorso ha realizzato 7 dei suoi 9 gol nella seconda frazione di gioco, spesso entrando dalla panchina: potrebbe rivelarsi un’arma in più con la sua capacità di incidere subentrando.

In mezzo ai (tanti) nomi, Gineitis può farsi largo

Nella scorsa stagione, in un Toro che faticava a creare là davanti, è stato uno dei giocatori dal maggiore impatto offensivo: 1.83 tiri di media a partita, 2.45 azioni da tiro create, 3 gol e 1 assist su un totale di 1430 minuti giocati. Gvidas Gineitis ha le qualità per trovare spazio anche quest’anno, sulla linea mediana o sulla trequarti, non solo dalla panchina ma spesso dal primo minuto. Ha fisicità, progressione palla al piede, strappo, un ottimo mancino e buoni tempi di inserimento: in un sistema di gioco fatto di riaggressione e transizioni offensive, il 2004 lituano potrebbe essere una pedina importante nello scacchiere granata.

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