Inter Milan
·22 Januari 2025
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·22 Januari 2025
Non tutte le partite sono uguali, non tutte le vittorie pesano alla stessa maniera. Ci sono successi che ti danno una spinta extra, che ti fanno fare un balzo. E non importa se il gelo di una città, il freddo intenso, il campo duro e rigido rendano tutto più complicato, o più epico. Il gol di Lautaro Martinez allo Stadion Letna è una meraviglia e una benedizione. Un mix di potenza, classe, forza, una spinta decisiva, un colpo che stende e impone la propria forza. Così: basta un gol, come altre volte in questa Champions League. Sette partite, 8 gol fatti, 1 subito. Inter al quarto posto, quando manca un solo incontro, quello con il Monaco - 29 gennaio, a San Siro -, per definire le prime otto, per delineare il percorso dei nerazzurri. Difficile: il gelo pungente, una partita dopo l'altra, il margine di errore da ridurre al minimo, una classifica generale complicatissima, da sparigliare definitivamente. L'Inter scende in campo a Praga con una missione chiara: vincere per assicurarsi un futuro direttamente agli ottavi, da conquistare, comunque, nell'ultima sfida della Fase Campionato della Champions. Il gelo: incide, rende tutto più complicato, anche l'avvio del match. L'Inter però lavora da subito, alla caccia di un colpo che possa indirizzare il match in maniera chiara, netta, inequivocabile. Lautaro è il centro di gravità che attrae tutte le azioni nerazzurre, e infatti passano solo 12 minuti prima che l'Inter trovi il vantaggio. L'azione è classica, nota: manovra, poi il tracciante di Bastoni dalla trequarti che piomba sul secondo palo. Lì, capitan Lautaro inventa: si coordina, colpisce al volo in mezza girata, schiaccia la palla a terra, è gol. Un gol incredibile, reso possibile dalla fenomenale bravura del centravanti nerazzurro. E allora avanti, con il gol di vantaggio, e con uno Sparta Praga che aumenta i colpi strada facendo, saggiando la solidità di una difesa nerazzurra sempre sul pezzo, con Pavard-De Vrij-Bastoni sollecitati in diverse circostanze. L'Inter quando riparte, quando giostra il pallone a terra, costruisce: la conclusione alta di Asllani, per esempio, arriva dopo un'azione tutta palla a terra. L'Inter sa che però non può fidarsi: lo sa Sommer, bravissimo nell'intervento su Birmancevic, al 34'.
La ripresa vede un'Inter che si affida maggiormente alla presenza offensiva di Thuram, catalizzatore di tutti i palloni del secondo tempo. Sul fronte opposto, Sparta poco creativo ma non innocuo. L'Inter trova il raddoppio col solito Dumfries, con il gol cancellato dal VAR per un millimetrico fuorigioco. Così il match resta in bilico, pur con un dominio chiaro dell'Inter ma con l'imprevedibilità che regalano tutte le sfide di Champions League. I tentativi di Lautaro non sono fortunati, Sommer deve restare sull'attenti, Frattesi vede l'opposizione di Vindahl. L'Inter è più forte, lo dimostra in ogni accelerazione: lo Sparta però resta in piedi, senza però avere le forze di contrattaccare. Resta lo 0-1, pesante il giusto per avvicinarsi all'ultima giornata della Fase Campionato.
Marcatore: 12' Lautaro (I)
SPARTA PRAGA (3-4-2-1): 1 Vindahl; 41 Vitik, 27 Panák, 25 Sørensen; 28 Wiesner (2 Suchomel 79'), 18 Sadilek, 6 Kairinen, 32 Ryneš (30 Zeleny 70'); 20 Laçi; 7 Olatunji (29 E. Krasniqi 79'), 14 Birmančević (22 Haraslin 74'). A disposizione: 44 Surovcik, 46 Heerkens, 5 Ross, 13 Danek, 21 Pesek, 38 Rus, 54 L. Penxa. Allenatore: Lars Friis.
INTER (3-5-2): 1 Sommer; 28 Pavard, 6 De Vrij, 95 Bastoni; 2 Dumfries (36 Darmian 63'), 23 Barella (16 Frattesi 63'), 21 Asllani (7 Zielinski 71'), 22 Mkhitaryan, 32 Dimarco (30 Carlos Augusto 71'); 9 Thuram, 10 Lautaro (99 Taremi 82'). A disposizione: 13 J. Martinez, 40 Calligaris, 8 Arnautovic, 17 Buchanan, 54 Zanchetta, 56 Re Cecconi. Allenatore: Simone Inzaghi.
Ammoniti: Dumfries (I), Olatunji (SP), Asllani (I), E. Krasniqi (SP) Recupero: 0' - 5'.
Arbitro: Alejandro Hernández (ESP). Assistenti: José Naranjo, Diego Sánchez Rojo (ESP). Quarto ufficiale: Cesar Soto Grado (ESP). VAR: Juan Martínez Munuera (ESP). Assistente VAR: Valentín Gómez (ESP).