L’Atalanta celebra la notte di Dublino: arriva il monumento della svolta | OneFootball

Davanti alla curva Sud del Gewiss Stadium sono iniziati i lavori preparatori per il monumento che celebrerà la storica vittoria dell’Atalanta in Europa League, secondo quanto riportato da Tutto Atalanta e L’Eco di Bergamo. L’opera, voluta e interamente finanziata dai gruppi ultras nerazzurri, sorgerà tra viale Giulio Cesare e largo dello Sport, non lontano dalle tribune Rinascimento e Nord. Questa scelta segue un confronto che ha coinvolto più parti, con un primo progetto inizialmente pensato per la zona sotto la tribuna centrale, già occupata dal memoriale dedicato alle vittime del Covid.

La scultura rappresenterà la coppa conquistata a Dublino, nella notte del 22 maggio 2024, quando la Dea ha battuto il Bayer Leverkusen con un netto 3-0. Alta circa due metri e realizzata in marmo, la statua è destinata a diventare il simbolo tangibile di quel trionfo europeo che ha segnato una svolta nella storia del club.

Proprio in questi giorni sono stati effettuati dei test con una riproduzione in polistirolo della coppa, per definire la posizione definitiva dell’opera e verificarne impatto visivo e interazione con gli spazi circostanti. Questo passaggio servirà a valutare eventuali aggiustamenti prima della posa vera e propria.

Curiosamente, anche il monumento porterà il segno del cambiamento che attraversa l’Atalanta: i colori scelti si avvicineranno a quelli di New Balance, nuovo sponsor tecnico nerazzurro, suggellando così la connessione tra la nuova era commerciale e l’ambizione di confermarsi nell’élite del calcio internazionale.

Il monumento non rappresenta solo un ricordo: diventa punto di partenza simbolico per le future sfide della Dea, incarnando il legame tra squadra, tifosi e città. Si conferma così quanto la base popolare del club resti motore imprescindibile anche nelle scelte che vanno oltre il rettangolo di gioco, rafforzando un’identità costruita negli anni e saldata dalla notte di Dublino.

Fonti: Tutto Atalanta, L’Eco di Bergamo.

Photo by Marco Luzzani/Getty Images