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·1 April 2025

La Commissione UE multa 15 produttori di auto per 458 milioni: le cifre da Stellantis a Volkswagen

Gambar artikel:La Commissione UE multa 15 produttori di auto per 458 milioni: le cifre da Stellantis a Volkswagen

La Commissione europea ha multato 15 case automobilistiche e l’Associazione europea dei produttori di automobili Acea per 458 milioni di euro in totale per aver partecipato a un cartello di lunga durata riguardante il riciclo dei veicoli a fine vita. Nessuna multa a Mercedes perché ha rivelato l’esistenza dell’accordo all’esecutivo comunitario. Stellantis, tra le altre , ha beneficiato di una riduzione dell’ammenda del 50%, a 74,9 milioni, per la loro cooperazione con la Commissione.

Tutte le aziende hanno ammesso il loro coinvolgimento nel cartello e hanno accettato di risolvere il caso. Stellantis (Opel inclusa), Mitsubishi e Ford hanno beneficiato di una riduzione della multa per aver cooperato con Bruxelles.


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Ecco quanto pagheranno le case automobilistiche:

  • Volkswagen – 127,69 mln
  • Renault/Nissan – 81,461 mln
  • Stellantis (-50%) – 74,934 mln
  • Ford (-20%) – 41,46 mln
  • Bmw – 24,58 mln
  • Opel (-50%) – 24,530 mln (di cui congiuntamente e separatamente con GM 13,659 mln)
  • Toyota – 23,55 mln
  • GM – 17,70 mln
  • Hyundai/Kia – 11,95 mln
  • Volvo – 8,89 mln
  • Suzuki – 5,47 mln
  • Honda – 5,04 mln
  • Mazda – 5 mln (di cui congiuntamente e separatamente con Ford 1,03 mln)
  • Mitsubishi (-30%) – 4,150 mln
  • Jaguar/Land Rover/Tata – 1,63 mln
  • Acea – 500 mila euro

L’indagine della Commissione ha rivelato che, per oltre 15 anni, 16 importanti produttori di automobili (tra cui Mercedes, che non è stata multata) e Acea hanno stipulato accordi anticoncorrenziali e si sono impegnati in pratiche concordate relative al riciclaggio di veicoli fuori uso.

In particolare, la Commissione ha scoperto che le parti hanno cospirato su due aspetti. Hanno concordato di non pagare gli smantellatori di automobili per la lavorazione dei veicoli fuori uso, ritenendo che il riciclaggio fosse un’attività sufficientemente redditizia e decidendo, quindi, di non remunerare gli smantellatori per i loro servizi (la cosiddetta strategia “Zero-Treatment-Cost”). Le aziende hanno inoltre condiviso informazioni commercialmente sensibili sui loro accordi individuali con gli smantellatori di automobili e hanno coordinato il loro comportamento nei loro confronti.

Il secondo rilievo riguarda il fatto che le case automobilistiche hanno concordato di non promuovere la quantità di un veicolo fuori uso che può essere riciclata, recuperata e riutilizzata, così come la quantità di materiale riciclato utilizzata nelle auto nuove. Il loro obiettivo era impedire ai consumatori di considerare le informazioni sul riciclaggio quando scelgono un’auto, riducendo così la pressione sulle aziende affinché andassero oltre i requisiti legali.

Ai sensi della direttiva 2000/53/CE sui veicoli fuori uso, l’ultimo proprietario di un veicolo fuori uso deve poterlo smaltire gratuitamente presso uno smantellatore e, se necessario, i produttori di automobili sono tenuti a sostenere i costi. Inoltre, i consumatori devono essere informati sulle prestazioni di riciclaggio delle auto nuove.

L’indagine ha rilevato che Acea, che rappresenta a Bruxelles gli interessi dei produttori, è stata il facilitatore del cartello, avendo organizzato numerosi incontri e contatti tra i produttori di automobili coinvolti. L’infrazione unica e continuata si è protratta per oltre 15 anni, dal 29 maggio 2002 al 4 settembre 2017.

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