Calcionews24
·2 Agustus 2025
Julio Cesar: «L’Avvocato mi diceva di giocare in allegria. Bremer è come Kohler, non come me. Douglas Luiz? Dico questo. E per lo scudetto non è la Juve la favorita ma un mio ex compagno»

In partnership with
Yahoo sportsCalcionews24
·2 Agustus 2025
Un difensore brasiliano con la “garra” di uno stopper tedesco e la classe di un regista. Júlio César è stato un pilastro della Juventus di Trapattoni all’inizio degli anni ’90, un centrale elegante e tecnico che ha guidato la difesa bianconera alla conquista della Coppa UEFA nel 1993. La sua storia, però, è legata a un destino beffardo: passato al Borussia Dortmund, ha alzato al cielo la Champions League nel 1997 proprio in finale contro la sua ex squadra, in una notte indimenticabile per i tedeschi e amarissima per i tifosi juventini. Oggi l’ex difensore parla con La Gazzetta dello Sport, riapre l’album dei ricordi e analizza la Juventus di oggi, con uno sguardo critico ma sempre affettuoso.
IL PARAGONE CON BREMER – «È un bel difensore, ma ha caratteristiche differenti dalle mie: io ero più tecnico e abile a uscire da dietro palla al piede. Bremer è più duro e simile al mio ex compagno Kohler».
L’IMPORTANZA DEL RIENTRO DEL BRASILIANO – «Il suo rientro vale come un grande colpo, ma adesso a Tudor servirebbe anche un centrale come ero io per completare il reparto. La crescita di Bremer in questi anni di Serie A mi ha stupito positivamente, è maturato molto. Nel Brasile c’è parecchia concorrenza, però di sicuro Ancelotti avrà un occhio di riguardo per l’Italia».
IL CASO DOUGLAS LUIZ – «Mi è dispiaciuto perché un episodio negativo può chiudere le porte all’arrivo di altri connazionali in futuro. Io non ho faticato a fare il brasiliano a Torino, anzi… Non ero uno che usciva molto e il trasferimento al Borussia Dortmund è stata una decisione molto sofferta. Alla Juventus stavo benissimo: l’Avvocato Agnelli mi diceva di giocare sempre in allegria. Alla fine, però, è andata bene: l’offerta dei tedeschi era vantaggiosa e con loro ho vinto la Champions proprio in finale contro i miei ex compagni».
IL PIÙ “BRASILIANO” DELLA JUVE DI OGGI – «Yildiz ha colpi da Seleçao, però andiamoci piano con i paragoni. Il 10 della mia Juventus era Roby Baggio, il miglior italiano della storia. A Torino ho vinto la Coppa Uefa, peccato non essere riuscito a conquistare lo scudetto. Ma in quegli anni il Milan aveva Van Basten, Gullit, fuoriclasse veri. L’attaccante che soffrivo più di tutti, però, era George Weah».
LA LOTTA SCUDETTO – «Non la vedo facile. Il favorito è sempre il mio ex compagno Conte, uno dei 5-6 migliori allenatori del mondo».