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Alessio D'Errico·30 Juni 2024

🚨 Gravina: "Avanti col progetto". Spalletti: "Ringiovanirò l'Italia"

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Ultimo giorno tedesco per l’Italia che lascerà la Germania per far ritorno in patria. Per gli Azzurri, dopo la debacle contro la Svizzera, è il momento di tirare le avarissime somme.

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Conferenza fiume per Gabriele Gravina e Luciano Spalletti che hanno risposto alle domande dei giornalisti presenti. Il corso dell’Italia però non cambia: il CT è stato confermato.


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Le parole di Gravina

Gravina: “A Casa Azzurri abbiamo fatto un progetto importante accogliendo circa 40mila presenza. Personalmente siamo dispiaciuti per non aver potuto riconsegnare o comunque dare ai tifosi per non aver potuto dare la gioia che meritano.

Nello sport il risultato è soggetto a tantissime variabili che prevedono l’ipotesi di una sconfitta. Quello che purtroppo rimane è la delusione per non aver potuto dimostrare a chi ci ha seguito tutto quello che è stato fatto in fase di preparazione. Resta la delusione di una incapacità nell’esprimere quello che avremmo dovuto fare e soprattutto non toccato con meno la nostra italianità nel reagire anche ad alcuni limiti oggettivi sempre evidenziati e nel saper sopperire con una reazione diversa.

Abbiamo riflettuto io, il Mister, Buffon e la squadra e siamo tutti responsabili. Sia impensabile risolvere i temi nei momenti di difficoltà abbandonando un progetto pluriennale e non si può pensare di abbandonare un progetto dopo soli 8 mesi.

Dobbiamo scindere la parte politica da quella sportiva: questo è un gioco che non mi appartiene e dobbiamo appellarci al senso di responsabilità citato prima. Serve lucidità e logica perché non possiamo pensare di porre in essere atti compiuti anche in passato e non conosco risultati positivi. Stiamo portando avanti un progetto in cui l’allenatore è centrale che ha avuto in 8/9 mesi scarse possibilità di usare i calciatori e questo è un problema di sistema globale.

Le nostre Nazionali giovanili sono tutte in un trend positivo, basti guardare l’Under 17, l’Under 19 e anche l’Under 20. Non siamo mai riusciti ad attivare un percorso di attivazione del talento. Faremo delle riflessioni da sottoporre al consiglio federale.

Le critiche feriscono tutti ma bisogna avere la capacità di prendere spunte per poter migliorare e crescere. Le critiche costruttive e legittimate bisogna prenderle in considerazione. Quelle senza senso che chiedono le mie dimissioni, in un momento di chiusura del mio mandato. Tra l’altro vi preannuncio, in modo molto sereno perché bisogna essere chiari: non esiste nell’ambito di una governance federale l’idea che qualcuno possa pretendere di governare dall’esterno il nostro mondo e vale per la politica e per tutti coloro che dall’esterno chiedono le dimissioni di Gravina o di Spalletti. La scadenza è prevista a marzo 2025 e le elezioni avverranno alla prima data utile dopo la chiusura delle Olimpiadi.

La nostra progettualità con Spalletti puntava al 2026 sapendo che poi dobbiamo fare i conti con la realtà. Non è un caso che dal 2018 sia stata quella di finanziare tutta l’attività di base dei vivai. Tra 60 giorni inizieremo la Nations League che ha grande importanza: possiamo fare tutti i discorsi che volete ma questo è il gruppo e probabilmente verranno fuori altri ragazzi. Ci siamo accorti un po’ tutti che siamo tornati indietro e siamo più lontani dagli obiettivi prefissati ma non ci si può arrendere.

Meccanismo si inceppa nella mancanza di valorizzazione dei giovani, che hanno zero presenze con i club. Abbiamo valorizzato seconde squadre. Alcune squadre Primavera hanno 100% stranieri, in tutta Europa si cerca di ridurre l’età, la nostra Primavera ha aumentato di un anno il limite d’età. Purtroppo la ricerca continua del risultato sportivo a tutti i costi e in breve tempo non ti permette di avere pazienza sulla valorizzazione di questi ragazzi.

Ieri sera ci siamo confrontati, la delusione è di tutti, i ragazzi erano mortificati. La delusione più grande è quella di non essere riusciti a manifestare concretamente i grandi sacrifici che hanno fatto in questi 30 giorni. Non sono deluso da loro ma dalla prestazione. Loro sono il bagaglio su cui dobbiamo continuare ad investire. In 60 giorni è dura trovare alternative che facciano fare un grande salto di qualità. Non sarebbe giusto buttare via tutto il lavoro fatto”.


Le parole di Spalletti

Spalletti: “Sono disponibile a rispondere a tutte le domande. Come saluto mi fa enormemente piacere ringraziare i tifosi per la vicinanza e l’amore dimostrato. Ringrazio i calciatori per la disponibilità e la professionalità nel provare a mettere in pratica quello che ho chiesto. Ringrazio lo staff della Federazione nella disponibilità a trovare soluzioni a qualsiasi piccolo problema. Attraverso il mio risultato non è stato possibile far vedere il livello della qualità della federazione”.

“Tornare indietro nelle scelte? È un giochino che non faccio: sono sempre attento a cosa fare dopo e nel futuro ed indietro non ci posso tornare. Quello che si è visto qualcosa si è sbagliato: ho provato a ringiovanire la squadra e questo sarà fatto ancora di più. Non abbiamo visto il miglior Spalletti possibile altrimenti sarei qui a fare altri discorsi. Ho letto che sono stato accusato di aver alzato troppo i toni e di aver usato miti. Ci sono ancora cose da far vedere ed il mio impegno sarà totale con delle conoscenze ed esperienze in più. Bisogna essere completi ed onesti nel racconto delle mie 14 partite. C’era subito un’urgenza di risultati e per quello che necessitava il momento siamo stati bravi fino a un certo punto ma non siamo riusciti poi a crescere nel mini percorso fatto e ieri si è fatto un passo indietro importante che non si può accettare ma si riparte da lì ed io penso di sapere cosa fare. Dovrò creare il prima possibile un gruppo: per stare attento alla ricerca di un leader e varie cose non mi hanno dato le risposte che volevo.

Trovare dei Bonucci e dei Chiellini è dura ma se poi vengono fuori i Calafiori dobbiamo proseguire così convinti che il tutto possa passare attraverso gioco ed azioni”.

Notte più complicata? No, la mia vita è tutta complicata, a volte sono state complicate da gestire anche le vittorie. Tante notti passate a pensare al calcio per amore e passione. Mi sono fatto tanti amici… Quella più evidente è la telefonata di Matilde che mi dice ti voglio bene, quella supera tutto.

Siamo arrivati all’Europeo con qualificazione meritata ma difficile. Sapevamo di avere difficoltà massimali, lo racconta la storia che i club che abbiamo affrontato siano organizzati bene tra esperienza e maturità. Noi siamo tra le più giovani, ce n’è solo una più giovane di noi. Ci si aspettava più reazione ma fino alla qualificazione c’è stata reazione diversa da quella di ieri. Ieri ci fa rimanere male, si diventa responsabili in maniera importante. Se ci siamo capiti con la squadra? Ho sempre avuto confronto giornaliero con loro e non ho visto criticità particolari. Non so se lei allude a qualcosa di più preciso… Sono stato addosso perché ho cercato di fare il mio lavoro al 100%, ho ritenuto giusto non far passare niente. È un’analisi che devo fare, ci penserò, mi sembrava tutto abbastanza normale. Ci sono già passato, quando lotti per non retrocedere dalla C1 alla C2 è la stessa cosa, poi cambia quello che c’è in palio. La maglia dell’Italia è il massimo a cui aspirare.

Io ho detto che ero rimasto sorpreso dalla disponibilità dei giocatori e resto della stessa idea fino alla partita di ieri. Di quella sono deluso perché non ho visto reazione, anche contro la Spagna l’ultimo quarto d’ora abbiamo creato situazioni dove si poteva pareggiare. Ieri ho visto meno questa rabbia di riconquistare palloni, sfidare un avversario che era alla nostra portata. Le analisi le faccio andando ad approfondire quello che ho visto in partita, che ha una realtà differente. Abbiamo fatto troppo poco. Se la risposta è questa, io devo fare qualcosa di diverso.

Umore della squadra era perfetto e corretto, poi se ci riferiamo ai sorrisi plastificati… Dentro il gruppo abbiamo sempre detto la stessa cosa, noi dall’ambiente interno: stava nascendo un gruppo sano. Erano tutti molto legati e molto amici, tutte le sere in stanza insieme a fare tornei e scherzare. Che la maglia azzurra possa diventare un peso, visto il risultato di questa partita, è una cosa che cercheremo di andare a capire per avere delle risposte. Prima di andare via dalla riunione della mattina, abbiamo chiesto chi non si sentiva di battere i rigori. Chi voleva batterli ha alzato il braccio, altri lo hanno tenuto giù. Va fatto racconto completo e onesto, che c’è già polverone naturale…

Differenze tra allenatore e ct sono oggettive, oggi dico una cosa a un giocatore che può avere una reazione, domani magari gli faccio i complimenti, poi lo faccio giocare… Qui non lo puoi fare, non hai tutta quella possibilità di giocare in modo psicologico con la mente del soggetto. Il vestito me lo sono messo anche oggi, mi sta benissimo (ride, ndr). Le differenze ci sono e mi devo affrettare anche io a completare un percorso che mi mette davanti cose nuove”.