PianetaSerieB
·8 Januari 2025
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Trattandosi di una neopromossa sì ambiziosa, ma non di certo dotata di budget infinito utilizzato in estate, i 25 punti in 20 gare del Cesena non appaiono a occhi esterni come un disastro. Si poteva certamente far meglio e certamente sarebbe accaduto senza infortunio di Cristian Shpendi, sebbene questa sia una colpa e non un alibi, ma il rendimento non è stato da buttare.
Un ottimo avvio e una degna prosecuzione, che ha permesso al Cavalluccio di occupare spesso la quarta posizione in classifica prima del brusco calo delle ultime giornate. 3 sconfitte consecutive, 5 nelle ultime 6, un dato obiettivamente pesante. La sensazione, però, è che l’agitazione sia stata sin da subito causa più che conseguenza dei risultati.
Il non utilizzo di Sydney van Hooijdonk in luogo di Shpendi contro la Juve Stabia ha spinto il ds Fabio Artico a tesserne le lodi nella conferenza stampa pre-Cremonese. Lo stesso ds, meno di un mese dopo, ha firmato la rescissione consensuale del contratto con l’olandese con tanto di ricca buonuscita. Una pressione eccessiva, di cui certamente l’allenatore Michele Mignani non beneficia.
Non è un mistero che chi scrive apprezzi il lavoro dell’ex tecnico del Bari, ma in un momento negativo all’interno di una stagione comunque di consolidamento e valorizzazione di diversi elementi della rosa il tema delle dimissioni (molto diverse da un esonero che, per quanto forzatissimo, può far parte del gioco) a seguito della sconfitta della Carrarese contribuisce solo a far respirare negatività all’ambiente.
I romagnoli in estate hanno lavorato bene: non si tratta della squadra perfetta poiché certamente sulla base del sistema di gioco la rosa andrebbe allungata per risultare più completa, ma in un contesto in cui spesso gli organici hanno alti costi e scarsissima logica non si può non apprezzare il raziocinio con cui il progetto è stato portato avanti. Quel raziocinio così prezioso non va sacrificato sull’altare di ansie ingiustificate: il Cesena sta facendo la stagione che si era preposto di fare, anche se i punti non sono arrivati in modo costante bensì sproporzionato.
Ci sono 18 partite per chiudere un discorso molto interessante e dalle prospettive tecniche ed economiche importantissime. C’è tempo per ragionare, c’è tempo per rimediare ed esiste una finestra di gennaio in cui continuare a puntellare limitando i difetti della squadra. La paura di risultati negativi non può che avvicinarli, di un atteggiamento più rilassato e autoconsapevole ne gioverebbero tutti.