Calcionews24
·21 Agustus 2025
De Siervo: «La pirateria toglie 300 milioni alla Serie A. Per questo non arrivano i campioni»

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In una lunga intervista concessa al Quotidiano Sportivo, l’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha tracciato un quadro completo del calcio italiano, descrivendolo come un’industria in piena trasformazione, una moderna media company che si scontra con problemi atavici come la pirateria e l’inadeguatezza delle infrastrutture.
De Siervo ha esordito sottolineando l’enorme portata produttiva della Lega, che va ben oltre la semplice organizzazione delle partite, per servire i suoi partner televisivi. «La Lega produce direttamente per terzi, per DAZN e per Sky, 423 partite all’anno, ovvero 380 gare di campionato, più eventuali spareggi che non sono nel conto, le 42 partite della Coppa Italia e la variabile Supercoppa in partita singola o a tre gare. Ci sono anche le partite della Primavera per Sportitalia. In totale la Lega produce oltre 800 gare all’anno. Anche con telecronache fatte da noi in più lingue». Un’attività che trasforma la Lega in un vero e proprio colosso mediatico. «A tutti gli effetti, non producono soltanto la gara in quanto tale, ma anche tutti i derivati. A valle della produzione tv c’è tutto il team di social media che declina la nostra produzione sulle varie piattaforme, abbiamo superato i 10 milioni di follower su YouTube, siamo presenti con 22 account in 8 lingue su piattaforme diverse».
Il passo successivo, sul modello di quanto già accade in Francia, potrebbe essere la vendita diretta del prodotto ai tifosi tramite un canale proprietario. Su questo punto, De Siervo predica cautela, pur confermando l’esistenza di un “laboratorio al lavoro”. «Al momento siamo ancora nella logica di mantenere tutto ciò che è il prodotto Premium in esclusiva ai nostri licenziatari ufficiali, che sono DAZN, Sky, Mediaset e Sportitalia. Però quello che vogliamo fare nell’arco dell’anno è riuscire a tenere viva 18 ore al giorno questa relazione costante, ci aiuta a raccontare con linguaggi diversi, più rilassati, una serie di storie che ci teniamo non vadano perse o che non siano solo altri a raccontarle per noi».
Prima di pensare alla vendita diretta, però, la priorità è garantire uno standard qualitativo eccellente e combattere la piaga della pirateria, un cancro per il sistema. «Al momento il tema è soprattutto quello della produzione di un prodotto che garantisca uno standard elevato, perché non ci sia differenza tra i broadcaster. Volevamo metterci nelle condizioni di poterlo fare al meglio, e ci siamo. Ora aspettiamo alla finestra, vedremo se la strada della vendita diretta delle gare agli abbonati potrà funzionare, c’è un laboratorio al lavoro. Di sicuro c’è un problema di pirateria che da noi è più forte che negli altri paesi, bisogna intervenire. La pirateria sta privando il sistema di oltre 300 milioni di euro all’anno solo per la serie A. Soldi per cui oggi non riusciamo più a comprare i campioni che avremmo voluto. E se gli abbonati reali fossero di più anche i diritti varrebbero di più».
Infine, un’analisi lucida su come la qualità del “prodotto” sia intrinsecamente legata allo stato degli stadi italiani, spesso obsoleti e penalizzanti per la resa televisiva. «Sono determinanti. Stadi vecchi presuppongono una distanza troppo grande dal campo di gioco. Il posizionamento delle telecamere ha bisogno di un’inclinazione ottimale di 43 gradi. E la scenografia, quello che si vede dietro, ha il suo peso: quanto sono belle le immagini in cui si vedono i tifosi a bordo campo senza barriere che interagiscono?».