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·10 Juni 2025

DAZN, il caso Ligue 1 e l’incognita che inquieta i presidenti di Serie A

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Il Festival della Serie A, tenutosi a Parma quest’anno tra venerdì 6 e domenica 8 giugno, è dall’anno scorso il punto d’incontro delle varie anime del calcio italiano, da quelle più legate al campo sino a quelle più tipicamente dirigenziali.

Quest’anno, complice la presentazione dei calendari della nuova stagione e l’assemblea della Lega Serie A tenutesi entrambe venerdì 6 sempre nella città emiliana, il Festival è stato il vero e proprio crocevia di molte tematiche vista la presenza della stragrande maggioranza dei presidenti e massimi dirigenti dei club di Serie A che appunto sono giunti nel capoluogo ducale per poter presenziare agli eventi.


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Entrando nello specifico, i temi dell’assemblea di Lega di venerdì 6 erano ufficialmente aspetti tecnici, come ad esempio prevalentemente l’accordo collettivo con l’Associazione Italiana Calciatori.

Però, secondo molti presidenti di Serie A che questa testata ha potuto incontrare in quei giorni nella città emiliana, c’era una sorta di convitato di pietra che albergava nell’assise. Un tema che più di altri preoccupa numerose persone apicali dei club della nostra massima categoria: ovvero se l’intesa con DAZN, che prevede la corresponsione alla Lega di 700 milioni di euro a stagione sino al 2029 per un totale di 3,5 miliardi in cinque anni, sia destinata a durare negli stessi termini di ora oppure possa essere rivista al ribasso visto il notevole ridimensionamento degli organici nella controllata italiana del colosso di streaming guidato da Lev Blavatnik. Se non addirittura interrompersi prima, nel solco di quanto successo in Francia dove, dopo un lungo scontro, DAZN e la Ligue 1 hanno trovato un accordo per risolvere anticipatamente, al termine dell’annata 2024/25, il contratto quinquennale firmato la scorsa stagione.

DAZN-Ligue 1, la rottura dell’accordo in Francia

In particolare infatti DAZN lo scorso 30 gennaio aveva depositato una causa contro la lega calcio francese (LFP) al tribunale commerciale di Parigi chiedendo un risarcimento di 573 milioni di euro, di cui 309 milioni di euro per “frode sul prodotto” e 264 milioni di euro per “inadempienze osservate”, scegliendo di congelare una parte della terza rata (su cinque stagionali), pagando solamente la metà della somma dovuta come terza rata (35 milioni di euro) e depositando il resto su un conto vincolato.

DAZN, in sostanza, sosteneva di essere stata ingannata dalla lega riguardo al prodotto acquistato. In primo luogo, partendo dal fatto che i dati sul numero di abbonati del ciclo precedente e sui ricavi generati, trasmessi dalla Ligue 1 alla piattaforma prima dell’accordo, sarebbero molto distanti dalla realtà. Inoltre, la contestazione riguardava anche il mancato impegno dei club per quanto riguarda la realizzazione dei contenuti aggiuntivi (interviste, dietro le quinte ecc) per cui però poche società avrebbero effettivamente collaborato. Infine, l’altro aspetto per cui aveva richiesto il risarcimento riguardava la pirateria, il marketing e la protezione dell’esclusività dei diritti acquistati, accusando la LFP di non fare abbastanza per contrastare la pirateria nello specifico.

Lo scorso 2 maggio, tuttavia, le due parti sono arrivate ad un accordo per la risoluzione anticipata del contratto per i diritti tv, con DAZN che quindi ritirerà la causa in tribunale, pagherà le ultime due rate dovute ma potrà svincolarsi a fine stagione, anticipando una clausola (già prevista in fase di trattativa) che prevedeva la possibilità di uscire dal contratto a partire dall’1 dicembre 2025 nel caso in cui la piattaforma non avesse raggiunto 1,5 milioni di abbonati.

L’ingresso del fondo PIF e la strategia di DAZN

Va anche detto però che se in Francia ci sono stati problemi ed è innegabile il ridimensionamento dell’organico nella controllata italiana, il gruppo DAZN a livello mondiale ha visto nello scorso mese di febbraio l’ingresso nel suo capitale di uno dei player più grandi della finanza mondiale, ovvero il fondo sovrano saudita PIF. E non a caso è proprio il gruppo di Blavatnik a essersi assicurati i diritti televisivi per tutto il mondo del Mondiale per Club, che si appresta ad iniziare. Ma se a livello mondiale non sembrano esserci problemi è la situazione italiana a preoccupare i presidenti.

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