
Zerocinquantuno
·6 Mei 2025
Comunque vada sarà un’annata storica: con Dall’Ara e Gazzoni, Saputo tra i presidenti più rilevanti del Bologna

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·6 Mei 2025
Diciamolo chiaramente oggi, prima di entrare nel tunnel conclusivo della stagione: comunque vada, sarà un’annata storica. Nella scala che va dal trionfo assoluto (qualificazione Champions e vittoria della Coppa Italia) al pugno di mosche (mancata qualificazione in Europa e sconfitta in finale), il Bologna ha già vinto più di una scommessa e ha già raggiunto un traguardo inedito, ovvero l’accesso alla Supercoppa Italiana (che conta poco quando la si guarda dal divano, ma tantissimo se si ha un biglietto per l’Arabia). Se a luglio 2024 si fosse prospettata l’ipotesi al momento giudicata come peggiore, molti – se non tutti – avrebbero firmato di slancio. Eppure, a quattro partite dalla fine dei giochi, il BFC è ancora in lotta per molto più di quel ‘minimo sindacale’. Bisognerebbe partire proprio da questo dato di realtà, per non correre il rischio di arrivare alla notte del 14 maggio con addosso la sensazione del fallimento, qualora la finale non andasse come speriamo. Piccolo ripasso per chi si fosse sintonizzato solo ora: la scorsa estate Italiano ha raccolto una squadra svuotata dei suoi pezzi migliori (Zirkzee, Calafiori e Saelemaekers) e, continuamente sottoposto a scomodi paragoni col suo predecessore, ne ha forgiata un’altra persino più forte, consegnando a Saputo un arsenale che adesso vale potenzialmente svariate centinaia di milioni di euro. Nel 2024-2025, senza il suo capitano e pezzo migliore (Ferguson) per gran parte dell’anno, e senza il centravanti di riferimento per il rush finale (Castro), Italiano ha comunque tenuto in piedi le ambizioni rossoblù, tallonando e a volte persino guidando il plotone di formazioni deputate alla qualificazione europea, nel quadro di una Serie A di livello non eccelso ma che ha drammaticamente alzato l’asticella della competizione: solo per rendere l’idea, dodici mesi fa la Lazio andò in Europa League da settima classificata a 61 punti; oggi il Bologna, settimo a quota 62 con tre partite da giocare, sarebbe fuori da tutto. Immaginare cosa poteva essere questa squadra con Ferguson disponibile sin dall’inizio, Castro a pieno regime nelle ultime quattro settimane e Dallinga vagamente più accettabile di com’è stato finora è un esercizio di fantasia seducente, ma in fondo realistico e tutto sommato opportuno, perché ci rende più familiare il Bologna che potrebbe essere, un giorno non troppo lontano. E se Saputo non riuscirà ad alzare la coppa (non lo diciamo per scaramanzia) resterà comunque il presidente più rilevante della storia del Bologna dopo Dall’Ara e Gazzoni. Gli ultimi ad aver fatto sognare la città, prima che un imprenditore italo-canadese non particolarmente loquace, ma con uno spiccato senso della storia, si sentisse in grado di entrare in quella scia.