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·30 Juli 2025
Chiellini a Tuttosport: «Con la Juve sono stato all’inferno e in paradiso. Nuovo ciclo vincente? Abbiamo un’idea in testa. Sul mercato dico che…»

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·30 Juli 2025
Giorgio Chiellini è intervenuto a Tuttosport per parlare della Juventus. DI seguito le parole dell’ex difensore bianconero e della Nazionale italiana.
PRIMO SCUDETTO – «Il primo dei nove scudetti, cito quello perché è stato grandemente inaspettato, con il cuore sulle montagne russe, come il pareggio con il Lecce nelle ultime giornate, che sembrava averci riportarci in un dramma clamoroso. Nel 2011 c’erano tanti tasselli che si stavano mettendo a posto, dallo stadio alla formazione»
STORIA – «La storia della Juve è fatta di cicli e anticicli. Poi spiegare il perché è difficile, ma è un dato di fatto che i cicli vincenti e i periodi senza vittorie si sono sempre alternati in modo regolare. Io sono arrivato alla fine del ciclo di Capello, poi ho vissuto il post Calciopoli, poi i nove scudetti, poi questo nuovo anticiclo. Sono stato all’inferno e in paradiso, ma alla fine, se guardo alla storia della Juventus, vedo che abbiamo il doppio degli scudetti di chi sta dietro nell’albo d’oro, significa che gli anticicli degli altri sono molto più lunghi. E forse questo è quello che ci contraddistingue, oltre ad avere una proprietà ultracentenaria che garantisce, comunque, continuità. In questi cento anni non è cambiato solo il calcio, è cambiato il mondo, eppure la Juve ha sempre mantenuto le stesse caratteristiche nel corso dei decenni»
DIRIGENTE – «Io sono entrato in società l’anno scorso e ho seguito la parte istituzionale e ho scoperto un nuovo mondo che va oltre il campo, come Lega, Federazione e istituzioni internazionali come Eca e Uefa, scenari che credo sia giusto conoscere per avere una preparazione più completa. Poi ci sono dinamiche interne, tante persone che conosco da anni, ma un conto è conoscerle e un conto è lavorare con loro tutti i giorni. Quella l’ho iniziato a fare l’anno scorso e continuerò a fare quest’anno, entrando in una parte della Juventus poco conosciuta, ma è che è il motore di quell’altra Juventus»
MERCATO – «Poi c’è il campo e sono sempre stato a supporto delle persone che c’erano l’anno scorso e lo sono quest’anno. È un processo che non mi piace affrettare o saltare, ma resto sempre a disposizione di tutti. Come ha specificato Damien (Comolli) non partecipo alle scelte di mercato, ma non c’è una persona sola al comando della Juventus, siamo un gruppo che lavora e collabora insieme per cercare di ottenere il massimo. Neanche ai tempi di Andrea Agnelli c’era un uomo solo al comando, perché anche lui delegava molto alle persone sotto di lui. Sarà sempre così»
NUOVO CICLO – «Si sta cercando di costruire una base, perché senza una base forte non si può tornare a vincere. L’idea è dare solidità, in modo che questo gruppo possa crescere e prendersi l’onere e l’onore di portare avanti un nuovo ciclo vincente»
TUDOR – «Igor ha dimostrato cosa rappresenta per lui la Juve e lo ha trasmesso ai giocatori. Poi Igor non è solo “Juve”, i valori che ha trasmesso nei mesi scorsi è tangibile. Il quarto posto e un buon Mondiale per club credo testimonino a suo favore. La partita con il City è stato un passo falso per fatica, ma con il Real Madrid abbiamo giocato in modo onorevole e, magari, con un po’ di fortuna… Igor ha portato una bella cultura del lavoro, c’è voglia di fare. C’è un ambiente positivo. Da lì a vincere, come si sa, ci sono tanti passi da fare e tanti ostacoli da superare, ma si parte con valori importanti»
SOCIETÀ – «Uomo dell’algoritmo? Ma no, è un po’ una descrizione distorta. È molto attento ai dati, perché crede ai numeri, ma questo non vuole dire che è un uomo solo di dati e niente presenza umana. Non è ancora conosciuto, per tanti di noi, me compreso. Io l’avevo conosciuto a marzo a una riunione dell’Uefa, eravamo vicini a tavola e avevamo chiacchierato a lungo, senza sapere che ci saremmo trovati a lavorare insieme, ci abbiamo riso parecchio quando è arrivato a Torino. Comolli è una persona con cui si lavora bene, si sta creando una struttura di lavoro che si completerà in autunno: lavorare si lavora, il tempo ci dirà se bene o male, ma c’è molta voglia di sacrificarsi per creare quel ciclo vincente di cui parlavamo prima»