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·27 Mei 2025
Chi è Damien Comolli? Dagli inizi come scout a uomo Moneyball, passando per i grandi colpi di mercato (Modric su tutti!). Conosciamo meglio il profilo cercato dalla Juve

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·27 Mei 2025
Oggi l’edizione odierna di Tuttosport ha avanzato il nome di Damien Comolli come nuovo ingresso di rilievo nella dirigenza della Juve. Questa figura appartiene ormai da tempo al calcio europeo, lasciando un segno distintivo attraverso un approccio innovativo, specialmente nell’uso dei dati, e una carriera costellata di successi, intuizioni, ma anche di periodi controversi. Per comprendere appieno il profilo del manager francese, attuale presidente del Tolosa, è utile ripercorrere le tappe salienti del suo percorso, focalizzandosi sui suoi acquisti più significativi, sulle sue dichiarazioni programmatiche e sull’impatto avuto sulla gestione economica dei club in cui ha lavorato il nuovo possibile dirigente della Juve.
Partito come allenatore nelle giovanili del Monaco, Comolli si fa notare all’Arsenal (1996-2004) come scout sotto l’ala di Arsène Wenger. Qui contribuisce a segnalare e reclutare talenti che faranno la storia dei Gunners, come Kolo Touré, Gaël Clichy e Robin van Persie, pur specificando lui stesso di aver “raccomandato” più che “scoperto” un campione come Thierry Henry. Già in questa fase emerge la sua attenzione per giocatori tecnici con grande motivazione.
La prima vera sfida da direttore sportivo arriva al Saint-Étienne (2004-2005), seguita dal passaggio al Tottenham Hotspur (2005-2008). Agli Spurs, Comolli è responsabile di acquisti che si riveleranno cruciali, come Luka Modrić, Dimitar Berbatov e un giovanissimo Gareth Bale. Implementa un programma di sviluppo giovanile e introduce per primo nel club l’uso delle statistiche per migliorare il processo decisionale nel reclutamento. Dichiarerà in seguito di quel periodo, riflettendo su un errore: «Quando ho iniziato a dire ‘ne so più di tutti voi e non ascolterò’, è stato sbagliato», un’esperienza che lo ha segnato profondamente dopo l’esonero seguito a un difficile inizio di stagione, nonostante la vittoria di una Coppa di Lega.
L’approdo al Liverpool (2010-2012) come Direttore della Strategia Calcistica prima e Direttore Sportivo poi, sotto la nuova proprietà di Fenway Sports Group (FSG), lo vede protagonista nell’implementazione di un approccio fortemente basato sull’analisi dati, antesignano del cosiddetto “Moneyball” nel calcio. Tra i suoi acquisti più celebrati figurano Luis Suárez e Jordan Henderson. Comolli stesso ha rivelato che uno dei motivi del suo licenziamento fu proprio l’acquisto di Henderson, ritenuto dai proprietari «uno spreco di soldi», mentre lui era convinto che sarebbe diventato il futuro capitano. Tuttavia, il periodo fu segnato anche da investimenti onerosi per giocatori che resero meno delle aspettative, come Andy Carroll e Stewart Downing, sebbene Kenny Dalglish, allora manager, si assunse la responsabilità delle scelte finali.
Dopo una parentesi al Fenerbahçe (2018-2020) come Direttore Sportivo, dove gestisce acquisti importanti (Slimani, André Ayew, Luiz Gustavo) e soprattutto realizza plusvalenze significative con le cessioni di giocatori come Elif Elmas al Napoli (16 milioni + bonus) e Vedat Muriqi alla Lazio (17 milioni + bonus), Comolli trova la sua consacrazione manageriale come Presidente del Tolosa, a partire dal luglio 2020, con l’acquisizione del club da parte di RedBird Capital. Qui, la sua filosofia basata sui dati diventa il pilastro del club: «Prendiamo tutte le decisioni sulla base di dati e statistiche», ha affermato. E ancora: «La mia ossessione è come trovare un vantaggio competitivo sul mercato, e questo si ottiene usando i numeri quando reclutiamo allenatori e giocatori». Questo approccio, applicato a un club con «molti meno soldi di altri», ha portato alla vittoria della Ligue 2, alla promozione, e a uno storico trionfo nella Coppa di Francia nel 2023, oltre a una vittoria di prestigio contro il Liverpool in Europa League. Anche la gestione dei conti del Tolosa riflette questa strategia: ottimizzazione del budget trasferimenti e del monte ingaggi, valorizzazione dei giovani provenienti dall’accademia e aumento esponenziale delle presenze allo stadio. Comolli ha sottolineato l’importanza di una “cultura” di club unificata, con uno stile di gioco definito che si estende dalle giovanili alla prima squadra: «Non potrei nemmeno pensare di essere presidente di un club che non giochi un calcio propositivo e d’attacco».
Il suo percorso dimostra una costante evoluzione, con un forte accento sulla ricerca di vantaggi competitivi attraverso l’innovazione e una chiara visione strategica. Se le voci di un suo approdo in bianconero si concretizzassero, porterebbe con sé un bagaglio di esperienze eterogenee e un metodo di lavoro che nel calcio moderno sta diventando sempre più determinante.