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·17 November 2024
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L’infortunio di Calhanoglu con la Turchia apre la discussione sul rapporto del giocatore con la sua nazionale. Un rapporto che sembra andare verso la parabola di Alexis Sanchez.
PROBLEMI IN NAZIONALE – Hakan Calhanoglu ha accusato un problema durante Turchia-Galles. Un problema fortunatamente non grave. E per quanto un infortunio possa sempre capitare, il rapporto tra il centrocampista e la sua nazionale sta vivendo un periodo che complica la vita all’Inter. In un modo che ricorda sinistramente le vicissitudini di Alexis Sanchez.
CASI SIMILI – Il cileno infatti nel corso della sua esperienza in nerazzurro è diventato una sorta di archetipo di come il rapporto con la nazionale possa arrivare a un punto eccessivo. Spesso Sanchez ha forzato pur di giocare col Cile, squadra di cui era ed è un simbolo e un riferimento assoluto. Ottenendo problemi fisici che poi compromettevano il suo minutaggio all’Inter. Un insieme di fatti molto simile a quanto sta vivendo Calhanoglu in questi mesi.
QUESTIONE DI STATUS – Il problema all’origine è uno. Per quanto sia paradossale da dire visto il suo rendimento all’Inter, il turco non ha avuto nel recente passato, Europei compresi, la considerazione di pedina inamovibile da Montella. Il ct lo ha sempre fatto giocare, ci mancherebbe, ma il suo ruolo non è mai stato cardine, centrale come invece succede come Inzaghi. Calhanoglu quindi sente di dover ancora dimostrare, di dover sfruttare ogni occasione per prendersi la Turchia. E questo lo porta al problema attuale.
PROBLEMA PER L’INTER – Calhanoglu tiene molto alla sua nazionale. E questo significa che pur di andare in campo è pronto a forzare. Come Sanchez appunto. Nelle ultime convocazioni con la Turchia ha risposto pur non essendo al meglio. Saltando allenamenti per qualche problemino. Nonostante questo non si è tirato indietro al momento delle partite. Montella gli ha chiesto di giocare lo stesso. E lui ha giocato. Rischiando vista la condizione non perfetta. E pagando il rischio. O meglio, facendolo pagare all’Inter. Perché come per il cileno è l’Inter a trovarsi poi senza il giocatore. A doverlo gestire, preservare, curare. Finché non torna di nuovo in nazionale.